Al primo posto con il 51% i cambiamenti climatici, cosa facile da immaginare se si pensa al rumore che ha fatto il movimento Fridays for Future
Cambiamenti climatici, inquinamento dell’aria e produzione e smaltimento dei rifiuti. Queste sono le prime tre preoccupazioni degli italiani in chiave ambientale nel 2021. A rivelarlo è l’Istat attraverso l’indagine multiscopo Aspetti della vita quotidiana. La popolazione di riferimento è quella dai 14 anni a salire. Non fa strano dunque che al primo posto di questa classifica ci siano i cambiamenti climatici per oltre la metà (51%) del campione. Basta pensare al movimento Fridays for Future che ha radunato milioni di cittadini, soprattutto tra i giovani e giovanissimi. Secondo l’Istat seguono i problemi legati all’inquinamento dell’aria. Negli ultimi tre anni se ne preoccupano soprattutto i cittadini del nord. Senza dubbio pesa l’inquinamento della pianura padana.
Al terzo posto c’è la preoccupazione per lo smaltimento e la produzione dei rifiuti. Dall’indagine emerge che gli italiani over 14 sono inoltre preoccupati anche per l’inquinamento delle acque (40,1%), di effetto serra e buco nell’ozono (34,9%). Tra i il 2019 e il 2021 il 67 per cento degli intervistati si è detto attento a non sprecare energia, mentre il 65 a non sprecare acqua. Verosimilmente nei prossimi anni queste ultime due preoccupazioni potranno aumentare. Anche a causa dell’aumento dei costi di queste risorse e dell’interesse politico e dell’opinione pubblica sul tema.
Negli ultimi anni sono stati introdotti quesiti relativi ai comportamenti ecocompatibili. Rispetto a queste domande si denota una differenza territoriale. I cittadini del Mezzogiorno sono più propensi a non usare prodotti usa e getta (23,2%) e ad acquistare prodotti a chilometro zero (29,6%). Al nord si registra una maggiore attenzione a mitigare l’inquinamento acustico (52,4%) e ad utilizzare mezzi di trasporto alternativi all’auto (19,9%).
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