Il 68 per cento delle coste campane è dato in concessione, ed è in continuo aumento
In Italia non esiste una legge che stabilisce una percentuale massima di spiagge che si possono dare in concessione. Sono dunque le Regioni gli enti ai quali viene lasciata la regolamentazione. Troppo spesso le percentuali sono molto basse. E si abbassano sempre più. A fotografare la situazione delle connessioni balneare è il rapporto Spiagge 2022 di Legambiente. Dal rapporto dell’associazione emerge che ci sono sempre meno spiagge libere. Uno dei territori dove il dato è sempre più allarmante è la Campania. Il 68 per cento delle coste è dato in concessione. Negli ultimi due anni, le concessioni solo per stabilimenti balneari sono aumentate del 23 per cento. Ciò significa sempre meno spiagge libere.
Ci sono poi Comuni costieri che hanno superato di gran lunga la media regionale. Battipaglia, in provincia di Salerno, è in perfetta media con il 68 per cento. Cellole, in provincia di Caserta, arriva all’ospedale. Meta di Sorrento, in provincia di Napoli, addirittura all’87 per cento di concessioni. Se a queste percentuali si aggiungono le zone non balneabile, le spiagge libere si riducono a quasi zero.
«Le spiagge rappresentano una straordinaria risorsa del nostro Paese, sia in chiave ambientale che turistica, ma anche spazi vissuti da milioni di persone per diversi mesi all’anno. Un patrimonio ambientale e pubblico così straordinario deve essere gestito nella massima trasparenza, tutelando il diritto a fruire delle spiagge», ha sottolineato presidente Legambiente Campania, Mariateresa Imparato.
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Oggi Legambiente ha lanciato cinque proposte, sperando siano accolte dal prossimo parlamento. Garantire il diritto alla libera e gratuita fruizione delle spiagge. Premiare la qualità dell’offerta nelle spiagge in concessione. Ristabilire la legalità e fermare il cemento sulle spiagge. Definire una strategia nazionale contro erosione e inquinamento. Definire una strategia per l’adattamento dei litorali al cambiamento climatico. Questi i punti presentati da Legambiente.
A commentare i dati del rapporto anche il consigliere regionale della Campania in quota M5S Gennaro Saiello. «Bisogna considerare l’erosione delle coste e i tratti interdetti alla balneazione per motivi di inquinamento che peggiorano la situazione. Questo rende quasi impossibile trovare uno spazio dove sdraiarsi gratuitamente», ha detto Saiello. Per il consigliere uno dei colpevoli è la Regione Campania che «non ha mai approvato il Piano di utilizzo delle aree demaniali (Puad), strumento fondamentale per disciplinare spiagge e porti».