Grazie ad un progetto pilota per il recupero dei rifiuti tessili e la loro valorizzazione, le mascherine usa e getta hanno una seconda vita
Nel primo mese di pandemia, ormai due anni fa, sono state cestinate nel mondo 129 miliardi di mascherine usa e getta. Ed i numeri nei mesi a venire non sono stati molto dissimili. Ancora oggi ci sono posti dove sono obbligatorie. E dopo l’utilizzo vanno cestinate. Ci sono state diverse idee originali per il riutilizzo di questi dispositivi di protezione individuale. L’ultima in ordine di tempo arriva dal Portogallo. Grazie ad un progetto pilota per il recupero dei rifiuti tessili e la loro valorizzazione, le mascherine usa e getta hanno una seconda vita.
Il Projeto de Valorização e Reciclagem de Têxteis e Máscaras è realizzato grazie al contributo di Sintra Smas, azienda di gestione delle risorse idriche e del drenaggio delle acque reflue in Portogallo e dalla piattaforma To Be Green. Obiettivo del progetto è dare una nuova vita ai rifiuti tessili. E principalmente alle mascherine usa e getta che rappresentano una buona parte. Soprattutto riducendo drasticamente il loro impatto ambientale, a partire dallo smaltimento.
In alcune città portoghesi sono stati posizionati degli appositi bidoni per riciclate le mascherine facciali. La seconda vita di questi dpi è rappresentata da mobili di arredo urbano. Il progetto che arriva dal Portogallo non è il primo di questo genere. Andhe il designer sudcoreano Hanuel Kim ha realizzato degli oggetti di arredo urbano. In particolare sgabelli impilari e colorati, finiti nella collezione Stack and Stack.
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