I corsisti di A.C.Q.U.A. hanno fatto da cicerone ai giovani del progetto Est Side Urban Regeneration, accompagnandoli alla scoperta di Napoli est
Napoli est combatte con le unghie e con i denti da decenni. Una periferia martoriata sul piano sociale, economico, ambientale. Barra, Ponticelli e San Giovanni a Teduccio sono l’esempio plastico di cosa significhi resistere. E di come si può puntare su una periferia. Si può investire. Si può costruire. Come fanno tutti i giorni tante realtà che operano sul territorio. Come hanno fatto nelle ultime settimane le associazioni Noi@Europe e TerradiConfine e la cooperativa VeSpe, ospitando il campo di volontariato East Side Urban Regeneration.
Per due settimane, dodici giovani tra i 18 ed i 30 anni, provenienti da diversi Paesi, hanno conosciuto Napoli est, nello specifico il quartiere di San Giovanni a Teduccio. Lo hanno vissuto, ospiti dell’hub culturale Art33. Ci hanno svolto attività di volontariato, di riqualificazione sul lungomare. E lo hanno attraversato tra passato, presente e futuro grazie ad una passeggiata a cura del progetto A.C.Q.U.A., che proprio su Napoli est sta costruendo un distretto innovativo e sostenibile, anche attraverso percorsi turistici.
Due dei ragazzi che hanno seguito il corso di promotore turistico realizzato dalla cooperativa Viaggi e Miraggi, nell’ambito di A.C.Q.U.A., hanno fatto da cicerone ai giovani provenienti da tutta Europa. Il percorso si è mosso dalla stazione Fs di San Giovanni verso gli spazi che ospitavano l’azienda Cirio, dove ora sorge l’università. Poi nella zona denominata Bronx, dove c’è un murales di Maradona che sovrasta la facciata di un palazzo. Al parco Troisi che si trova di fronte. Per poi chiudere il cerchio da Art33, dove l’associazione Trerrote, partner di A.C.Q.U.A., ha realizzato attività laboratoriali con i ragazzi di East Side Urban Regeneration.
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«Per A.C.Q.U.A. il turismo è un mezzo per migliorare la qualità della vita del territorio, non il fine. Un’opportunità per mettere in rete le realtà virtuose del territorio attraverso umane alleanze. È condivisione di saperi, valorizzazione delle potenzialità del territorio. Uno sviluppo slow, che segue i ritmi di vita degli abitanti, ascolta gli umori del territorio, crede nello scambio reciproco per generare bellezza. Un turismo che va oltre i grandi e canonici attrattori turistici, che nasce dalla voce e dalle storie del territorio», ha sottolineato Stefania Persico di Viaggi e Miraggi.
Una delle prime attività del progetto è stata realizzare corsi di formazione, «con l’intento di trasferire al territorio capacità e competenze, per rendere protagonisti del cambiamento gli abitanti stessi. Ed è quanto avvenuto proprio in questi giorni, quando i corsisti di A.C.Q.U.A. hanno accolto i ragazzi del progetto East Side Urban Regeneration», ha aggiunto la Persico.