Il ruolo di Anffas Campania nell’Avic

Il ruolo di Anffas Campania nell’Avic

L’intervista al presidente della coop sociale Icaro, Alessandro Parisi, sulle politiche regionali sulla vita indipendente delle persone con disabilità

Quattro agenzie per la vita indipendente attivate in Campania grazie al finanziamento dalla Regione Campania attraverso la legge 41/86. Fish Campania, Anffas Campania e Movica gli enti che hanno costituito il partenariato che le ha realizzate. Domani ad Aiello del Sabato l’iniziativa “La vita indipendente delle persone con disabilità: il progetto dell’AVIC A05” sarà l’occasione per fare il punto sulla vita indipendente in Campania. Ne abbiamo parlato con Alessandro Parisi, coordinatore di Anffas Campania e presidente della cooperativa sociale Icaro a marchio Anffas.

La cooperazione sociale spesso si sostituisce al pubblico nell’espletamento di servizi per le persone con disabilità. Anche nella realizzazione di progetti di vita indipendente. Cosa chiede alle istituzioni per migliorare questo pezzo di servizi?
«Più che cooperazione sociale, parlerei di terzo settore in generale. C’è un sistema sociale ed economico che si affianca alle istituzioni pubbliche e al mercato e che interagisce con entrambi per l’interesse delle comunità. Il terzo settore, con tutte le sue mille sfaccettature, interviene in diversi ambiti, dall’assistenza alle persone con disabilità alla tutela dell’ambiente, dai servizi sanitari e socio-assistenziali all’animazione culturale. Ritengo necessario che per crescere in qualità e avere una visione culturale più ampia sia necessario lavorare ad una formazione continua e passare da una posizione di conflittualità e contrapposizione che ancora troppe volte c’è nei rapporti tra istituzioni e terzo settore, ad un sistema di rete, nel quale divengono centrali gli istituti della coprogrammazione e coprogettazione».

Quanto è importante investire in progetti di vita indipendente per migliorare le condizioni di vita delle persone con disabilità?
«Non solo è necessario, ma non è più rinviabile. Il progetto individuale è un atto di pianificazione che si articola nel tempo, ormai da anni siamo impegnati affinché sia riconosciuto alle persone con disabilità il diritto alla predisposizione del progetto individuale nella convinzione che ciò rappresenti, se realizzato in modo adeguato, l’unica via possibile per garantire alle stesse rispetto dei diritti, qualità della vita ed inclusione sociale. Quindi è necessario pensare ad un sistema d’interventi personalizzati, articolati per processi e congegnato, per quanto possibile, in una filiera flessibile capace di sostenere progetti personalizzati sulla base di bisogni e caratteristiche delle persone con disabilità».

Ad Atripalda in questo anno e mezzo sono stati sei i progetti di vita indipendente messi in piedi dal partenariato che ha costituito l’Avic A5. Cosa dovrebbe cambiare nella politiche pubbliche per attivare un numero maggiore di progetti?
«Innanzitutto l’importanza del lavoro svolto da Avic sui vari territori su cui è intervenuta, non sta solo nel supporto fornito agli ambiti territoriali ma anche e soprattutto nel lavoro di comunicazione e di informazione fornito a tante famiglie e persone con disabilità. Purtroppo ci sono anche territori nei quali non si conoscono gli strumenti per esigere i propri diritti e spesso questo riduce il numero dei potenziali beneficiari. Altro discorso riguarda invece le modalità con cui si gestiscono le risorse, perchè spesso si fatica ad attivare progetti per difficoltà da parte degli ambiti di programmare e progettare e aggiungerei anche di monitorare e rendicontare. L’ultima relazione della corte dei conti sulla legge 112/16 ad esempio ha dimostrato chiaramente che non è un problema di risorse ma è un problema di organizzazione del sistema».

Fish Campania, Anffas Campania e Movica hanno gestito quattro AVIC, agenzie di vita indipendente finanziate dalla Regione Campania. Come si potrebbero rendere strutturati questi interventi per tutto il territorio regionale?
«Questa è una bella domanda. Da anni abbiamo proposto alla regione di strutturare un agenzia che potesse occuparsi di progettazione individualizzata e partecipata per supportare e affiancare tutti gli ambiti territoriali, ma al momento abbiamo non ci siamo ancora riusciti. Ovviamente c’è comunque da ringraziare la regione che ha deciso di puntare per due anni su un progetto sperimentale che ha dato vita a 4 agenzie locali, che però rischiano di produrre risultati positivi per un solo anno. Io credo che ci sia la necessità di ripensare tutte le politiche regionali e locali in Campania, non lavorando a singhiozzo, come spesso accade, ma rendendo strutturale il rapporto e il confronto con il terzo settore che si basi su una seria coprogrammazione e coprogettazione, non per far fronte ad una necessità momentanea, lavorando sempre sull’emergenza, ma programmando e progettando qualità di vita per le persone con disabilità e le loro famiglie».

@dalsociale24

Redazione
ADMINISTRATOR
PROFILE

Posts Carousel

Latest Posts

Top Authors

Most Commented

Featured Videos

Skip to content