Il progetto, finanziato dall’8×1000 della chiesa valdese, vede come capofila la coop Sepofà e come partner Art33 e Dal Sociale
A Napoli c’è l’orto sociale urbano più grande del sud Italia. Ad ospitarlo è il parco Fratelli De Filippo in via Malibran, nel quartiere Ponticelli. L’area, gestita dal centro diurno Lilliput dell’Asl Napoli 1, dallo scorso marzo è sede del progetto Parco Letterario Lilliput. Finanziato dall’8×1000 della Chiesa Valdese, il progetto mira a implementare l’orto sociale urbano di Ponticelli attraverso un parco letterario, con le risorse del territorio anche da un punto di vista culturale. Capofila è la cooperativa sociale Sepofà. Partner di progetto sono le associazioni di promozione sociale Art33 Cultural Hub e Dal Sociale.
Venerdì 26 maggio alle 11 avrà luogo l’inaugurazione del Parco Letterario Lilliput. All’iniziativa interverranno il vicepresidente della Camera dei Deputati, Sergio Costa, l’assessore alle Politiche giovanili del Comune di Napoli, Chiara Marciani, il direttore del carcere di Nisida, Gianluca Guida, il direttore del dipartimento dipendenze dell’Asl Na1 Centro, Gennaro Pastore. In quella sede sarà illustrato il risultato del lavoro fatto dai partecipanti al progetto.
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Per arrivare a realizzare le installazioni che saranno mostrate venerdì, i fruitori del progetto hanno svolto prima un corso di scrittura sensoriale incontrando degli scrittori, facendo attività legate ai 5 sensi per poi svolgere una residenza artistica con il regista e disegnatore Ahmed Ben Nassib che li ha guidati prima nel tradurre gli scritti nella lingua napoletana per poi trasformarli in disegni.
«L’impatto sociale del Parco Letterario Lilliput è duplice. Il primo, è il lavoro legato con persone con fragilità, che seguono percorsi terapeutici con il Centro Diurno Lilliput. Su di loro questo progetto ha avuto un grosso impatto, soprattutto emotivo, creando un osmosi tra ciò che avviene durante i percorsi di cura e le forze sane del territorio», spiega Deborah Divertito della cooperativa sociale Sepofà. «Poi c’è l’effetto legato all’orto sociale urbano, che ha all’interno più di 200 terrazze, coltivate da singole persone, associazioni, scuole del territorio, famiglie, e che vuole essere il centro di tutta la comunità ortiva. Grazie al Parco Letterario Lilliput, ora, si renderà visibile parte del lavoro che si fa al centro diurno, divenendone anche luogo di testimonianza», ha concluso la Divertito.
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