I condomini minacciano di rivolgersi quanto prima al servizio sanitario al fine di richiedere assistenza qualificata
«Il bambino autistico urla troppo». Questo uno dei passaggi sconvolgenti delle diffida di alcuni condomini di Casalgrande nei confronti di una famiglia. La colpa è quella di aver un figlio con il disturbo dello spettro autistico. I vicini accusano la famiglia, che vive nel centro in provincia di Reggio Emilia, di non curarsi adeguatamente del bambino. La vicenda è andata per le vie legali. I condomini hanno infatti incaricato un avvocato di seguire i propri interessi. Fatto che ha creato malumore ai genitori del bambino autistico. «Viviamo già un disagio, ma sapere che c’è chi non lo comprende, ci tormenta ancora di più», hanno detto al Resto del Carlino.
Il caso è diventato anche politico. «Non ci sarà alcuno sfratto e nessuno toccherà quella famiglia la lettera è stata bruttissima, con le famiglie che hanno bisogno ci si parla e ci si aiuta come si è sempre fatto a Casalgrande. Conosco molto bene la famiglia e la stimo e avrà il mio appoggio ma la confusione di un bambino autistico la si può risolvere con il dialogo», ha dichiarato il sindaco di Casalgrande, Giuseppe Daviddi.
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Intanto i condomini minacciano di rivolgersi quanto prima al servizio sanitario al fine di richiedere assistenza qualificata. «Si traduce in questo passaggio l’ignoranza di queste persone. Come se l’assistenza ed il supporto ad una persona con disabilità fosse esclusivamente sanitaria, e non sociale. Questa è ignoranza. Nella diffida si legge che vivono un disagio. E cosa dovrebbe dire la famiglia con un figlio con disabilità? Si tratta di un fatto grave. Nel rappresentare la vicinanza a questa famiglia, Fish è disponibile ad un supporto, perché fatti come quello di Reggio Emilia non devono verificarsi più. L’inclusione passa anche per la conoscenza», ha dichiarato il presidente di FISH, Vincenzo Falabella.
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