La federazione ha avviato una interlocuzione con il ministro per le Disabilità Locatelli e con quello degli Esteri Tajani
«Il rispetto dei diritti umani, inclusi quelli delle persone con disabilità, deve rimanere al centro di qualsiasi sforzo per risolvere il conflitto in corso». Questo il passaggio chiave della dichiarazione congiunta della giunta Fish sul conflitto in corso nella Striscia di Gaza. L’organizzazione delle persone con disabilità si è detta preoccupata dalla situazione ed ha chiesto l’attivazione di corridoi umanitari per le persone con disabilità. Ancor più perché la federazione è da anni impegnata in medio oriente attraverso una serie di progetti, tra cui il Centro per la Vita Indipendente, mirati a migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità.
C’è l’ipotesi di un corridoio umanitario attraverso il valico di Rafah gestito dalle Nazioni Unite, nel quale dovrebbero essere coinvolte anche le persone con disabilità. Per ora nulla di certo. Intanto Fish ha avviato una interlocuzione con il ministro per le Disabilità Locatelli e con quello degli Esteri Tajani per collaborare nell’accoglienza delle persone con disabilità e delle loro famiglie costrette a fuggire da Gaza. «È fondamentale concentrarsi su iniziative che possano alleviare le sofferenze delle persone, in particolare di coloro che sono più vulnerabili, come le persone con disabilità e le loro famiglie», si legge ancora nella dichiarazione congiunta della giunta Fish.
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Nella nota diffusa ieri la federazione chiede l’istituzione di corridoi umanitari «per consentire l’accesso sicuro e ininterrotto alle cure e ai servizi necessari alle persone con disabilità che vivono in quei territori martoriati da violenza e devastazione. Questi corridoi sono essenziali per garantire che le persone con disabilità possano avere accesso alle risorse vitali, come cure mediche, assistenza sanitaria e supporto sociale», si legge nel comunicato.
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