Ecoreati, Campania epicentro

Ecoreati, Campania epicentro

I dati allarmanti del Rapporto Ecomafia 2024 di Legambiente

«La pubblicazione del Rapporto Ecomafia 2024 di Legambiente mette nuovamente in luce l’urgente necessità di affrontare la criminalità ambientale in Italia, con la Campania che si conferma epicentro di reati ambientali. Il rapporto, che segna trent’anni di monitoraggio e denuncia, offre una panoramica preoccupante della situazione nella nostra regione, evidenziando dati allarmanti e la necessità di un impegno più incisivo da parte delle istituzioni». Sono le parole del vicepresidente della Camera, Sergio Costa, presente alla manifestazione organizzata da Legambiente per la presentazione del trentesimo rapporto sull’ecomafia in Italia.

La Campania detiene il primato negativo per il numero di reati ambientali, con ben 4.952 infrazioni registrate, pari al 14 per cento del totale nazionale. A Napoli, in particolare, si segnala un incremento delle attività illecite. Le forze dell’ordine e la magistratura hanno intensificato i controlli e le operazioni contro le ecomafie, con risultati significativi, ma i dati mostrano chiaramente che l’attuale approccio non è sufficiente. È necessario un potenziamento delle attività di prevenzione e monitoraggio. Inoltre, è cruciale rafforzare le pene per i reati ambientali e migliorare il coordinamento tra le diverse forze dell’ordine e le istituzioni.

Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, sottolinea che «in questi tre decenni il Rapporto Ecomafia è diventato sempre più un’opera omnia per analizzare i fenomeni criminali legati al business ambientale grazie anche a contributi istituzionali di rilievo come dimostra l’edizione 2024. Dalla nostra analisi emerge però che c’è ancora molto da fare nel nostro Paese dove continuano a mancare norme importanti come quelle che dovrebbero semplificare gli abbattimenti degli ecomostri – assegnando ad esempio ai Prefetti l’esecuzione delle ordinanze di demolizione mai eseguite nei decenni passati – l’inserimento nel Codice penale dei delitti commessi dalle agromafie oppure l’approvazione dei decreti attuativi della legge istitutiva del SNPA per rendere più efficaci i controlli pubblici delle Agenzie regionali e provinciali per la protezione dell’ambiente»​.

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«In Europa è stata approvata la direttiva sull’ecocidio: venga recepita in Italia al più presto. La mia proposta di legge, Terra Mia, interviene proprio in questo vulnus, concentrandosi sui “prenditori” dei nostri territori, che si distinguono dagli imprenditori; mi aspetto che si apra il dibattito su questi temi al più presto. Il Rapporto Ecomafia 2024 è un richiamo all’azione per tutte le parti coinvolte: forze dell’ordine, amministrazioni locali e nazionali, e cittadini. La tutela dell’ambiente e della legalità non può più essere rimandata. Solo con un impegno collettivo e deciso possiamo sperare di contrastare efficacemente le ecomafie e proteggere il nostro territorio per le future generazioni», conclude Costa.

Il Rapporto Ecomafia 2024 celebra trent’anni di impegno di Legambiente nella lotta alla criminalità ambientale. I dati, tuttavia, sono inquietanti: nel 2023, i reati ambientali in Italia sono aumentati del 156%, con 35.487 illeciti penali registrati. Il Mezzogiorno, e in particolare la Campania, rimane l’area più colpita. Legambiente chiede al Governo Meloni un forte segnale di discontinuità nella lotta alle ecomafie, proponendo misure come il recepimento della nuova direttiva europea sulla tutela penale dell’ambiente e l’inasprimento delle sanzioni contro i trafficanti di rifiuti. È tempo che le istituzioni rispondano con fermezza per proteggere l’ambiente e garantire un futuro sostenibile per tutti.

@dalsociale24

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