Il land grabbing è una forma di colonialismo. Lo denuncia la Caritas nel 44esimo dossier presentato oggi. Lo sfruttamento agricolo, basato su monocolture da esportazione, ha caratterizzato in passato un forte sviluppo di quelle aree. Oggi la deforestazione il cambio delle politiche agricole li stanno mettendo in ginocchio, come osserva la Caritas in “Terra bruciata. Il land grabbing forma di colonialismo”.

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Nel rapporto, pubblicato nella Giornata mondiale della Giustizia sociale, si legge che «i casi di deforestazione sono in aumento, le riserve di acqua vengono continuamente inquinate da materiali tossici provenienti dai terreni su cui sono sparsi per renderli più fertili e produttivi, ma riducendo inevitabilmente e drasticamente gli ecosistemi».

Anche l’Italia ha la sua fetta di responsabilità. Il Belpaese ha infatti investito su 1 milione e 100 mila ettari, stipulando 30 contratti in 13 Stati. «La maggioranza dei Paesi target dell’investimento italiano – fa notare Caritas – sono in Africa e in Romania, con l’appropriazione di terre volte allo sfruttamento nel settore energetico attraverso la produzione di biocombustibili e anche sviluppo di agroindustria».



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