La tassa sul materiale plastico monouso
Nel 2018 l’Italia era il secondo Paese in Europa per consumo di materie plastiche. A dirlo l’associazione dei produttori europei di materie plastiche. Per il vicedirettore generale di Bankitalia, Federico Signorini, «l’introduzione di una imposta sulla plastica non compostabile per scoraggiarne la produzione e il consumo è in linea con gli obiettivi di una recente direttiva europea per la riduzione della quota di plastica non riciclabile».
Favorevole anche il sottosegretario all’Ambiente Roberto Morassut che però prende la questione con le pinze. «Lavoreremo per rimodularla sia per il tasso di incidenza che per il perimetro di incidenza. L’imposta esclude già le plastiche compostabili e alcuni settori come la sanità. Stiamo discutendo con tutti, comprese le imprese che si occupano di imballaggi», ha detto l’esponente del Pd. Proprio sui comparti esclusi dalla nuova tassa prevista nella bozza della manovra di Bilancio la scorsa settimana era stata accesa una polemica.
Un plauso senza se e senza ma alla proposta di tassazione della plastica usa e getta arriva dal mondo associativo. «Se la plastic tax dovesse diventare legge l’Italia farebbe un passo in avanti sia sul piano culturale che su quello della tutela dell’ambiente. Senza dubbio è necessario agire maggiormente sulla formazione, soprattutto delle nuove generazioni, ma la tassazione del monouso può essere una chiave per arrivare anche a quelle persone, soprattutto di una certa età, che non hanno mai affrontato la questione dell’impatto delle plastiche sull’ambiente», ha detto il presidente di Let’s do It! Italy Vincenzo Capasso.