Come ad ogni emergenza la macchina della solidarietà si immediatamente attivata anche per la crisi ucraina. Sia sul posto, con i volontari locali ed internazionali, che con l’invio di beni di prima necessità, raccolta fondi. Ciò che serve in questo momento sono anche gli alloggi per ospitare quanti stanno lasciando il Paese. Soprattutto donne, anziani e bambini. Tra quanti si sono messi a disposizione c’è Airbnb. La società americana di gestione del mercato degli alloggi a breve termine ha detto che potrà mettere a disposizione 100 mila appartamenti in forma gratuita. La stragrande maggioranza degli alloggi sono nei Paesi vicini all’Ucraina, ovvero Polonia, Germania, Ungheria e Romania.

Anche l’Italia si è mobilitata in tale direzione. Anche grazie al supporto degli ucraini che vivono in Italia. Come Tetyana Tarasenko, presidente del Consiglio di coordinamento delle organizzazioni ucraine in Italia e dell’associazione Scuola ucraina Prestigio a Roma. La Tarasenko riferisce che per ora sono loro ad interloquire con sindaci, assessori ed associazioni presenti sul territorio nazionale. Dovrebbero essere almeno 16 mila i posti riservati ai rifugiati ucraini in tutta Italia. Le reti territoriali si stanno ugualmente muovendo.

La direzione welfare di Regione Lombardia ha scritto alle Ats, Asst, Irccs ed Areu per predisporre l’accoglimento dei rifugiati. A Genova sono stati individuati 100 posti per l’accoglienza di rifugiati ucraini. Tra bologna e provincia sono circa 300 i posti individuati, dei quali 200 nei Cas ed altri negli ex hotel Covid. Poche ora fa la Regione Campania ha fatto sapere che è pronta ad ospitare 168 persone presso l’edificio-albergo dell’Ospedale del Mare. Intanto sono arrivati i primi cittadini ucraini in fuga dalla guerra: i primi sono arrivati a Firenze.

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