Per Senior Italia Federanziani «è tempo di cambiare marcia»
Minimo qualche settimana. Spesso mesi su mesi. Le attese per le prestazioni sanitarie in convenzione sono sempre più lunghe. Le liste d’attesa sono uno dei principali – ma non unico – problemi del sistema sanitario nazionale. Chi può permetterselo sceglie la strada degli specialisti e degli esami privati. Ma non tutti possono farlo. Il rapporto 2020 dell’Osservatorio sulla Povertà Sanitaria del Banco Farmaceutico ha evidenziato che 434 mila persone hanno dovuto risparmiare sui farmaci. Ma non solo su quelli. Gli italiani hanno rinunciato a curarsi.
Con l’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime, saranno sempre meno quelli che potranno rivolgersi ai privati. Ma resta il problema delle liste d’attesa chilometriche. Per Senior Italia Federanziani «è tempo di cambiare marcia». Per la federazione «non è accettabile che gli over 60 non possano effettuare gli accessi per le visite specialistiche al fine di potersi trovare negativi o positivi ad una patologia, e di conseguenza aumentare le proprie possibilità di cura. Non è accettabile che ci siano ritardi nell’individuare una patologia oncologica. Bisogna intervenire in modo fattivo su questo stato di cose inaccettabile».
Un problema confermato anche dalla più recente rilevazione Istat, che ha valutato i numeri delle rinunce da parte dei cittadini alle prestazioni sanitarie. Le rinunce sono state 4.845.000 nel 2021 e 5.610.000 nel 2021. Prima della pandemia, nel 2019 erano state 3.162.000. Un trend in evidente aumento che occorre invertire. Per Federanziani è necessario muoversi su più fronti. «Occorre riaprire le riabilitazioni. Occorre ricominciare immediatamente a fare prevenzione oncologica», si legge nel comunicato di Federanziani. «Bisogna ripristinare il diritto alla salute facendo ripartire a pieno regime la sanità del territorio».