La polemica che sta imperversando via social sulle modalità con cui si è arrivati all’arresto del boss trapanese
Bene, benissimo la notizia dell’arresto del super latitante, Matteo Messina Denaro, raggiunto dai carabinieri del Ros mentre era in cura presso una clinica privata a Palermo. Un po’ meno, anche se tutto sommato legittima la polemica che sta imperversando via social sulle modalità con cui si è arrivato a questa operazione che resta comunque storica, visti i 30 anni di latitanza del boss trapanese. Ma si sa, nulla accade per caso. Soprattutto in casi come questo. Basti pensare a Riina che se ne stava a casa sua ad aspettare che arrivassero a prenderlo.
Le reti di copertura delle latitanze come questa prima o poi cedono per una moltitudine di motivi. Da equilibri in continuo mutamento, a giochi di potere che saltano per avvicendamenti vari nei posti di comando, criminali e non.
Quello che serve adesso, se c’è poi veramente la volontà, è essere consequenziali. Dare vita a una nuova stagione di riforma del tema dell’antimafia che già non nasce sotto una buona stella, vista l’assenza di una commissione parlamentare di inchiesta che non si è ancora formata.
Personalmente spero in una rinnovata presa di coscienza dal basso come quella che ha dato un gran vigore ai movimenti antimafia soprattutto dalle nostre parti a valle delle operazioni che portarono all’arresto dei capi camorra casalesi. Perchè in tal caso, questo arresto sarà servito a qualcosa. Diversamente, sarà solo un episodio da inserire in qualche libro e in qualche serie tv.
