Raggiunti i livelli pre crisi del triennio 2011-2013
Con il 29,1 per cento del Pil per spesa di protezione sociale l’Italia supera la media Ue che si attesa al 27,9 per cento. Nonostante questo è tra gli ultimi per livello di spesa per servizi sociali, nonostante l’aumento della spesa. Nel 2017, per il quarto anno consecutivo la spesa dei Comuni per i servizi sociali è in crescita, raggiungendo i livelli pre crisi del triennio 2011-2013. A fronte di un aumento percentuale del 2,5 l’aumento in valore assoluto è stato pari a 177 milioni di euro. Nel 2017 la spesa totale è stata di circa 7 miliardi 234 milioni di euro. Numeri che rappresentano lo 0,41 per cento del Pil nazionale.
Il presidente nazionale delle Acli, Roberto Rossini, ha sottolineato che «i dati riguardano un arco temporale in cui non era attivo né il Reddito di inclusione né il Reddito di cittadinanza, due norme che hanno cambiato il welfare del nostro Paese e i cui effetti saranno più evidenti nei prossimi anni». In controtendenza con gli anni precedenti aumenta nuovamente la spesa per gli anziani che arriva al 4,7 per cento della spesa totale dei servizi sociali. Aumenta anche la spesa per l’assistenza alle persone con disabilità che segna il 4,1 per cento.
Secondo i rilievi dell’Istat un cittadino beneficia di 119 euro a livello nazionale. Le differenze territoriali sono però molto marcate. Si va dai 58 euro del sud ai 172 del nord est. Un dato che non può lasciare indifferenti gli analisti. Per Rossini è necessario «un welfare che sia sempre più di prossimità». Il presidente delle Acli spera che «la discussione in atto sul regionalismo differenziato porti ad una rapida definizione dei livelli essenziali delle prestazioni per garantire una omogenea fruibilità dei servizi sull’intero territorio nazionale».