Si sono chiuse oggi le Giornate Globali di azione sulle spese militari celebrate a diverse latitudini. Coordinata dalla Global Campaign on Military Spending la campagna è promossa dall’International Peace Bureau e rilanciata nel nostro Paese da Rete Italiana per il Disarmo con Rete della Pace e Sbilanciamoci. Un’occasione per ribadire quanto sia urgente spostare i fondi dai bilanci militari alla lotta al Covid-19, ma anche al altre crisi sociali e ambientali.

Nella nota viene sottolineato che «le armi e gli eserciti non ci garantiranno maggiore sicurezza» e che i fondi risparmiati «devono essere spostati verso la realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile Agenda 2030 delle Nazioni Unite. E’ una esigenza ormai imprescindibile». Per questo Ipb e Gcoms hanno rilanciato l’appello ai governi a tagliare le spese militari di almeno il 10 per cento. Nel 2019, secondo gli studi dell’Istituto Internazionale di Ricerca per la Pace di Stoccolma Sipri, l’aumento della spesa militare rispetto al 2018 era stato pari al 3,6 per cento. 1.917 miliardi di dollari, ovvero 259 dollari per ogni abitante del pianeta.

Per l’Italia l’Osservatorio Mil€x evidenzia che la spesa prevista per il 2020 è di circa 26,3 miliardi di euro. Quasi un miliardo e mezzo in più dello scorso anno. «E questi sono solo i numeri delle previsioni di partenza perché nei bilanci consuntivi si verifica una spesa effettiva decisamente superiore. Va sottolineato poi che nella previsione per il 2020 quasi 5,9 miliardi di euro sono destinati all’acquisto di nuovi sistemi d’arma», sottolinea il coordinatore di Rete Disarmo, Francesco Vignarca.

La proposta di Rete Italiana per il Disarmo, Rete della Pace e Sbilanciamoci è di azzerare le spesi militari per il 2021 in modo da poter allocare 6 miliardi di euro in più per la riorganizzazione scolastica post Covid-19 e per acquisto di strumentazione medica al fine di aumentare i posti letto, soprattutto quelli di terapia intensiva.