La presentazione del rapporto questa mattina a Roma
Sono 574 gli atti intimidatori, di minaccia e violenza nei confronti degli amministratori locali. Uno ogni 15 ore. Dalla prima edizione del 2011, in cui furono censiti 212 casi, gli atti intimidatori sono aumentati del 170 per cento. Il fenomeno lo scorso anno ha coinvolto tutte le regioni italiane ad eccezione della Valle d’Aosta, 84 Province e 309 Comuni. Questi i dati principali del Rapporto 2018 di Avviso Pubblico.
La Campania è la prima regione a livello nazionale per numero di minacce per il secondo anno consecutivo. 93 i casi censiti (+8% rispetto al 2017). Al secondo posto la Sicilia con 87 casi (+10%). Seguono la Puglia con 59 casi e la Calabria con 56. La prima regione del centro-nord è la Toscana, che con 40 casi ha raddoppiato il numero di atti intimidatori registrati nel 2017. Restano stabili i dati solo in Emilia-Romagna, dove le minacce registrate sono 20.
Il presidente di Avviso Pubblico, Roberto Montà, ha detto che «bisogna stare attenti, molti di questi eventi sono derubricati a cronache locali ma sono avvisaglie di quello che significa oggi essere un amministratore. La presenza mafiosa è in tutto il Paese, e c’è grande difficoltà a essere il primo livello istituzionale in cui tensioni e paure hanno un riscontro. Oggi – ha aggiunto nel corso della presentazione del rapporto – inoltre i social hanno sempre più pervasività e hanno il potere di distruggere la reputazione di un amministratore».