Basta schiavi nelle redazioni

Basta schiavi nelle redazioni

Il disegno di legge che vuole mettere un freno allo sfruttamento del lavoro giornalistico

10 euro, 5 euro. A volte anche meno. Retribuzione forfettaria mensile con un numero smisurato di pezzi prodotti. Retribuzione a click, basate sulle visite. Un tot al chilo. Come per i pomodori o le mele. Questi sono alcuni dei casi che molti giornalisti vivono nella quotidianità. Non solo quelli delle piccole testate locali. I prezzi aumentano per alcune testate nazionali, ma i collaboratori non vengono pagati cifre degne del lavoro che svolgono. Al contempo nelle stesse redazioni mantengono contratti da editorialisti pensionati che guadagnano dunque due volte.

Più volte negli anni i giornalisti precari hanno provato a portare all’attenzione di Ordine e sindacati questa questione. Qualche anno fa un gruppo nutrito di persone occupò anche la sede della Fnsi. Altri sono arrivati a parlarne con dei parlamentari. Tra quei banchi, tra l’altro, da anni siedono di volta in volta diversi giornalisti. Degli accenni di timide proposte sono stati avviati più volte. Poi sono caduti nell’oblio.

Ora ci riprovano. Il senatore del M5S Primo Di Nicola ha presentato un disegno di legge che vuole mettere un freno allo sfruttamento del lavoro giornalistico. «E’ arrivato il momento di introdurre delle soglie minime di retribuzione per il lavoro di tante persone che del giornalismo hanno fatto la loro attività primaria», ha scritto su Facebook il vicepresidente della commissione di Vigilanza Rai.

Per Di Nicola gli editori violano i principi di «proporzionalità della quantità e qualità del lavoro, fissati dall’art. 36 della Costituzione, nonché del diritto fondamentale del lavoratore ad un’esistenza libera e dignitosa». Nel disegno di legge del senatore dell’ex direttore de Il Centro si propone di applicare «i trattamenti normativi ed economici previsti nel contratto nazionale di lavoro per il giornalista praticante» per quanti scrivano più di trenta articoli mensili. Per quanti scrivano saltuariamente la proposta prevede un compenso non inferiore ai 40 euro lordi ad articolo per un numero di articoli inferiore ai 30 mensili.

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