Il fatto si è verificato in zona Savena, periferia di Bologna
Pochi giorni fa un ragazzo di 31 anni con un disagio psichico è stato vittima di un aggressione a Bologna. I quattro aggressori, tutti minorenni, hanno attirato il giovane con il pretesto di offrirgli della marijuana. Quando questi si è avvicinato lo hanno dapprima immobilizzato per due volte e poi rapinato.
Il fatto si è consumato in zona Savena, tra via Faenza e un parco pubblico in via Istria. La vittima dell’aggressione vive in una casa famiglia. Tre dei quattro aggressori sono stati arrestati dalla polizia. Il più giovane di loro ha solo 15 anni, mentre gli altri due 16.
La vicenda arriva oggi in consiglio comunale grazie all’intervento della consigliera Giulia Di Girolamo. «Quello che è successo al quartiere Savena è un fatto molto grave e che merita tutta la nostra attenzione, nonchè un investimento sostanziale di risorse umane ed economiche in grado di fronteggiare questa deriva violenta dei giovani», ci ha dichiarato prima della seduta consiliare la Di Girolamo.
Nel corso dell’intervista Giulia Di Girolamo ha sottolineato che «ci troviamo di fronte ad una crisi umana ed educativa molto forte molto spesso legata all’uso irresponsabile dei social che sui giovani hanno un impatto fortissimo». Per stigmatizzare questa situazione la consigliera del Pd immagine di «rimettere al centro della nostra azione il valore e l’importanza dell’educazione degli adolescenti, dobbiamo creare un rapporto più stretto tra il mondo della scuola, le famiglie e il contesto esterno per togliere dall’isolamento questi ragazzi, ricordando loro che come tutti i cittadini hanno dei diritti ma anche dei doveri».
Secondo Giulia Di Girolamo il modo per portare avanti questa significativa azione è farlo «attraverso il rafforzamento dei percorsi già in essere portati avanti dal Comune di Bologna, dobbiamo compiere una grande e faticosa opera di responsabilizzazione dei nostri giovani offrendo loro una via d’uscita basata sul dialogo, la conoscenza, l’approfondimento di temi cruciali quali l’uso responsabile dei social e il rispetto dell’altro. Solo così riusciremo a rafforzare il ruolo e il valore dell’educazione, come prima arma per sconfiggere questa spirale di violenza».