La federcalcio ucraina, poche ore dopo i primi bombardamenti effettuati dalle truppe russe, ha deciso di sospendere il campionato di calcio
Nella notte italiana la Russia di Putin ha attaccato l’Ucraina. L’azione militare era nelle aria da diversi giorni. In molti pensavano – e speravano – che non si arrivasse ai bombardamenti di meno di dodici ore fa, ma è accaduto. In tutto il mondo, già dalle prime ore, sono state riviste attività sul piano militare, economico, sociale. Perfino sportivo. La federcalcio ucraina, poche ore dopo i primi bombardamenti effettuati dalle truppe russe, ha infatti deciso di sospendere il campionato di calcio.
La Premier League ucraina avrebbe ripreso domani, 25 febbraio, con l’anticipo della prima giornata tra Minaj e Zorya. «A causa dell’imposizione della legge marziale in Ucraina, il campionato ucraino è stato sospeso», si legge nel comunicato stampa rilasciato dalla federcalcio ucraina. Tra le persone bloccate, anche nel mondo del calcio, ci sono diversi italiani. Si tratta dell’allenatore dello Shakhtar Donetsk Roberto De Zerbi, del suo vice Davide Possanzini, dei collaboratori Michele Cavalli e Giorgio Bianchi, del direttore sportivo Carlo Nicolini.
La situazione potrebbe innescare una serie di eventi a catena nel mondo del pallone. A seguito del riconoscimento dell’indipendenza del Donass da parte della Russia e dell’attacco di questa notte, alcuni membri dell’Europarlamento hanno scritto alla Uefa definendo inaccettabile una finale di Champions League a San Pietroburgo, prevista per il prossimo 28 maggio. Dello stesso avviso anche il premier britannico.
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