Le posizioni del presidente di Confagricoltura Campania, Marzano, e del consigliere regionale Viglione
Negli anni scorsi in Campania gli stagionali dell’agricoltura, come ha evidenziato Fai Cisl, arrivavano intorno ai 30 mila. Nelle intenzioni del ministro dell’Agricoltura Bellanova buona parte di quei posti li avrebbero dovuto coprire gli irregolari per i quali è stata prevista la sanatoria nel dl Rilancio. Non è così per Confagricoltura, le cui stime di iniezione di stranieri regolarizzati nel settore sono vicine ai 5 mila. Per il presidente di Confagricoltura Campania, Fabrizio Marzano, la cifra bassa è legata alle esigenze di maggiore professionalità da parte degli imprenditori agricoli.
Per Marzano «con le norme del dl rilancio – che partono della necessità che scatti un’autodenuncia del lavoratore irregolare – si fa una doppia selezione: si punta sul personale straniero ed italiano meno qualificato e che al tempo stesso ha maggiori remore ad uscire dall’anonimato, poiché al nero il costo del lavoro diventa più basso e nella percezione di questi lavoratori è così più facile trovare lavoro, e in qualche caso – purtroppo – è anche vero».
Lo definisce «meccanismo previsto un po’ debole», il consigliere della Regione Campania Vincenzo Viglione. L’autodenuncia necessaria «per poter superare la barriera delle irregolarità» mette «sul chi va là una serie di realtà che ci penseranno più di due volte prima di seguire il percorso tracciato dal decreto», fa notare l’esponente del M5S. Per Viglione «servono correttivi precisi nel percorso di conversione».
La previsione di bassi numeri nelle regolarizzazioni non significa che non ci saranno braccianti nei campi. Le imprese puntano ai corridoi verdi. Attendono il 3 giugno, quando dovrebbero essere aperte le frontiere, e potranno dunque contrattualizzare i lavoratori stagionali provenienti principalmente da Romania e Bulgaria. Il presidente di Confagricoltura Campania evidenzia che «oggi un’impresa tende a formare e a fidelizzare il dipendente, anche se stagionale, anzi soprattutto: perché in pochi giorni questi lavoratori devono garantire il successo di un’intera annata agraria».
Anche secondo Vincenzo Viglione «i corridoi verdi sono quelli che offrono più garanzie nel reperimento di forza lavoro. Questa però va in ogni caso messa al riparo da fenomeni speculativi che ben conosciamo, come caporalato e sfruttamento». La Campania potrebbe non aprire a tutti il 3 giugno. «In assenza di confini aperti tutto diventa più complicato per chi deve effettuare raccolto e distribuire i prodotti», conclude Viglione.
Stefano Malla