Far ripartire i servizi sociosanitari in sicurezza

Far ripartire i servizi sociosanitari in sicurezza

Mancano però indicazioni da parti di ambiti sociali di zona e Comuni e di controlli da parte delle Asl

Con il decreto 83 del 9 aprile la Regione Campania ha dato il via libera al riavvio dei servizi sociosanitari erogati dai centri di riabilitazione e dalle cooperative rivolti alle persone con disabilità. Dopo un mese non sono molte le attività che sono ripartite. Questo perché le Asl non hanno effettuato i test diagnostici ed i tamponi. Le uniche ad effettuarli sono state Caserta e Avellino, e solo per le persone con autismo e per gli operatori che effettuano trattamenti Aba. Oggi è arrivata la denuncia del Garante dei Diritti delle persone con Disabilità della Regione Campania, Paolo Colombo. Denuncia che segue quella che aveva lanciato ieri la Federazione italiana per il superamento dell’handicap della Campania.

Tra chi non ha ancora riavviato i servizi sociali c’è l’associazione di cultura e volontariato Enzo Aprea di Atripalda, in provincia di Avellino. L’associazione, che si occupa di persone con disabilità motoria, attende risposte dal Comune. «Siamo chiusi dal 10 marzo. Anche se lavoriamo privatamente vorremmo attenerci alle disposizioni di legge per la riapertura», racconta Renata Romano dell’associazione Enzo Aprea. Giovedì è previsto un incontro con il Comune di Atripalda.

Per quel che concerne le 3 rsa che gestisce in provincia di Napoli l’associazione delle famiglie di persone con disabilità intellettiva ha ricevuto supporto dall’Asl Napoli 3 durante tutto il periodo. «Abbiamo tenuto dei protocolli rigidissimi dal primo giorno. E grazie al lavoro degli operatori abbiamo avuto zero contagi», sottolinea il presidente di Anffas Campania Salvatore Parisi.

Discorso diverso per le strutture riabilitative e socio-sanitarie. Su queste non ha avuto notizie neanche l’Anffas che ne gestisce a Salerno e Capri. Come previsto dal decreto 83 l’organizzazione ha aperto i centri il 14 aprile, ma «ad aprile nessun assistito si è presentato nei centri. Avremmo dovuto raggiungere il 40 per cento, ma nessun centro che ha aperto ci è arrivato», evidenzia Parisi. E non riesce a raggiungere neanche il 50 per cento degli assistiti previsti per maggio. Inoltre, fa notare il presidente di Anffas Campania, «il decreto 83 sarà in vigore fino al 30 maggio e non sono state date indicazioni dal 1 giugno».

Gli operatori hanno effettuato il tampone grazie all’accordo tra la Regione Campania e l’Istituto Zooprofilattico di Portici. Ma le Asl non hanno dato indicazioni su tempi e modi per effettuare i tamponi alle persone con disabilità. «Le famiglie sono impaurite. Sarà necessario rivedere la modalità delle prestazioni. Le politiche sociali non hanno fatto loro parti. Sul trasporto gli ambiti sociali di zona e i Comuni non hanno neanche risposto alle nostre sollecitazioni. Ci sono persone che hanno avuto il placet per tornare nei centri, ma in questo modo si sta ostacolando le ripartenza. Si tratta di un problema che qualcuno dovrà affrontare», chiosa Salvatore Parisi.

Ciro Oliviero

Redazione
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