L’attivista di Teachers for future evidenzia l’importanza di mettere gli studenti davanti ad azioni concrete per farli sentire ed essere parte del cambiamento
Durante il lockdown della scorsa primavera molti corsi d’acqua inquinati erano tornati azzurri. A poche ore dall’inizio della fase 2 dell’emergenza avevano ripreso un colore marrone. Tipico delle acque inquinate. Lo avevamo documentato con due sopralluoghi al torrente Agnena, a Castel Volturno, e al fiume Sarno, a cavallo delle province di Napoli e Salerno. Segnale che la lezione delle difesa dell’ambiente non l’avevamo imparata. Una lezione che molto spesso sono i più piccoli ad impartire agli adulti. Ma che per dare una speranza al futuro necessita di entrare nelle classi come materia di insegnamento. Come sottolinea Monica Capo di Teachers for future.
«Il nostro intento è di aumentare la sinergia tra docenti ed attivisti. Anche se noto, anche da parte di tanti colleghi, poca sensibilità su queste tematiche. Fioramonti da ministro dell’istruzione ha reintrodotto l’educazione civica, ma mi aspettavo qualcosa di più. A partire dalla mia scuola. Un salto di qualità – dice a dalSociale24 Monica Capo – che secondo me non c’è stato. Bisognerebbe andare ad incidere sui curricula scolastici, cambiare paradigma d’insegnamento. Teachers for future Spain sta lavorando in questo senso. Senza questo passaggio non si cambiano i libri di testo. Poche delle case editrici che ho visionato per la mia classe avevano pagine dedicate all’educazione ambientale».
L’attivista di Teachers for future evidenzia anche l’importanza di mettere gli studenti davanti ad azioni concrete. Soprattutto i più piccoli. Come quelli a cui insegna lei, quelli della primaria. «Io faccio leva sulla conoscenza della natura. Deve scattare l’amore per quel che ci circonda. Ieri un alunno mi ha risposto che non sempre gli uomini si sono comportati bene con la natura. Bisogna incentivare la sensibilità dei più piccoli, fare leva sul loro empowerment. Se loro sanno di poter cambiare le cose, anche attraverso un piccolo gesto, lo fanno. Devono sentirsi parte di qualcosa. In questo senso Greta è stata una pioniera», dice la Capo.
I ragazzi devono poter fare la propria parte nella risoluzione dei problemi. «Da grandi capiranno che oltre alla raccolta differenziata, è necessaria la riduzione di combustibili fossili, di investire nelle energie rinnovabili», aggiunge Monica Capo. Proprio questi temi dovrebbero essere al centro del lavoro del nuovo ministero della transizione ecologica. «Sono molto pessimista su questo ministro. Tutta la dinamica che sta dietro alla nascita del nuovo governo fa capire che la pioggia di fondi che arriveranno faceva gola un po’ a tutti. Credo . ha aggiunto – che nella pratica verrà fatto molto poco. Sia sull’educazione ambientale, che su altri temi legati all’ambiente. Sono più ottimista sul modo in cui si stanno riconvertendo le aziende. Non sempre attraverso il green washing. Noto che c’è la volontà, in alcuni casi, di andare incontro alle esigenze di sostenibilità ambientale».
@ciro_oliviero