A siglare il protocollo i ministri dell’Interno Lamorgese, del Lavoro Orlando, dell’Agricoltura Patuanelli e i segretari di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil
Questa mattina al Viminale è stato siglato il protocollo per la prevenzione e contrasto dello sfruttamento lavorativo e del caporalato. Un segnale importante contro un fenomeno che è tornato al centro del dibattito che è tornato al centro del dibattito pubblico a seguito della morte dopo una giornata di lavoro nei campi di Camara Fantamadi, 27enne originario del Mali. Accadimento al quale erano seguite anche le ordinanze di alcuni sindaci prima e del presidente della Regione Puglia poi, sulla sospensione dell’attività lavorativa nei campi nelle ore più calde della giornata. Alla ratifica del protocollo erano presenti i ministri dell’Interno Luciana Lamorgese, del Lavoro Andrea Orlando, dell’Agricoltura Stefano Patuanelli. Al tavolo anche Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil. E ancora il presidente del consiglio nazionale di Anci Enzo Bianco e il presidente di Coldiretti Ettore Prandini.
Il protocollo si aggiunge al Piano Triennale contro il caporalato. Dopo quel Piano «era urgente rilanciarlo guardando agli obiettivi concreti da raggiungere soprattutto sui territori maggiormente colpiti», ha detto il segretario generale della Fai Cisl, Onofrio Rota. «Il ruolo delle parti sociali è determinante per attuare il Piano Triennale in tutti i suoi aspetti, andando oltre la mappatura del fenomeno del caporalato e incidendo concretamente sul miglioramento del mercato del lavoro agricolo, puntando su emersione del lavoro nero, contrattualizzazione, valorizzazione degli enti bilaterali territoriali, crescita della rete del lavoro agricolo di qualità, alla quale sono iscritte soltanto quasi 5mila imprese. Servono interventi urgenti soprattutto laddove i ghetti continuano a crescere, luoghi in cui si concentrano, oltre allo sfruttamento, anche varie altre tipologie di reato», ha aggiunto Rota.
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