Il progetto nel bene confiscato valdostano sarà gestito dall’associazione sportiva Tsan
Quando si parla di mafie molti riconducono il fenomeno solo al Mezzogiorno. O al massimo alla presenza di mafie straniere in alcuni territori del centro nord. Le mafie tutte sono permeate nel territorio italiano ad ogni latitudine. E non oggi, ma già da decenni. Nel 1995 viene sciolto per infiltrazione mafiosa il comune di Bardonecchia, in provincia di Torino. Quello fu il primo caso al nord, ma non l’unico. Neanche territori all’apparenza estranei alla presenza mafiosa lo sono realmente. Come la Val d’Aosta. Tra gli interventi della magistratura negli ultimi anni nella piccola regione del nord figura la confisca di un immobile nel comune di Challand-Saint-Victor.
Nel 2017 la struttura è passata nel patrimonio indisponibile del Comune in provincia di Aosta. Nel 2019 un investimento di circa 155 mila euro ha avviato la ristrutturazione, terminata lo scorso. L’immobile – uno dei 31 beni confiscati valdostani – è stato dato in comodato gratuito all’associazione sportiva Tsan di Challand Saint-Victor. La struttura si sviluppa su circa 100 metri quadri su tre livelli. Al piano terra è stato attrezzato un laboratorio per la preparazione degli attrezzi per il gioco degli tsan. Al primo piano sala riunioni e servizi igienici. Al secondo una camera e una cucina.
«Le finalità di questo tipo di beni devono essere di natura sociale e così è stato», ha detto il sindaco di Challand-Saint-Victor, Michel Savin. Alla cerimonia inaugurale di ieri hanno preso parte, tra gli altri, il presidente del Consiglio regionale Alberto Bertin e il capo della Polizia di Aosta Ivo Morelli.
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