La casa sulle Dolomiti per i ragazzi autistici
Il sogno di tante famiglie, per tanti ragazzi. Nel nome di Sebastiano. Ci sono voluti dieci anni, cento soci, una fondazione, 1.500 volontari, quattro cooperative, la generosità dei massimi scienziati di questa patologia. Ma soprattutto tanto, immenso, inarrestabile amore.
L’imprenditore trentino, Giovanni Coletti, avrebbe potuto comprare qualsiasi cosa per le sue figliole affette da autismo, ma un pomeriggio d’estate di dieci anni fa, Sebastiano, un ragazzino autistico della zona decise di insegnare qualcosa ai genitori dei bimbi come lui. Ed anche a Coletti.
Sebastiano amava l’acqua, ne era attratto e quel giorno decise di andare a giocare al torrente, ma non sapendo come, in quel torrente ci è rimasto per sempre. Sebastiano voleva soltanto giocare e quel giorno insegnò a tutti che che anche i bimbi autistici hanno voglia di fare esperienze, devono soltanto imparare a gestire la loro malattia, senza spaventarsi.
E’ nel nome di Sebastiano, e di tutti i bimbi autistici che sognano di giocare all’aria aperta e sono stanchi di non poter uscire di casa a vivere, che un
alcuni genitori di ragazzi autistici decisero di aprire una casa per curare insieme i loro figli. Per farli ritornare alla vita.
Coletti, che avrebbe potuto donare qualsiasi cosa alle sue piccole ha pensato di investire nel progetto Casa Sebastiano, e donare loro qualcosa di più prezioso: quella dignità che la società continua a togliere agli autistici, soprattutto quando compiuti i diciotto anni sono chiamati all’emarginazione.
A Casa Sebastiano oggi cinquanta medici, psicologi, fisioterapisti e psichiatri possono così accogliere i primi 75 ospiti. Tutto gratuitamente. Nessuna famiglia è chiamata a pagare, ed i ragazzi autistici possono seguire corsi di cucina, artigianato, cucito per essere introdotti nel mondo lavorativo. Ma soprattutto possono giocare all’aria aperta senza pericoli. Con Sebastiano, che li ha illuminati da subito.
Carmen Cretoso