Nel luglio del 2019 l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini decise si non far scendere dalla nave della Gregoretti per cinque giorni 100 migranti. Per quei fatti il leader della Lega è accusato di sequestro di persona aggravato ed abuso d’ufficio. La pena potrebbe arrivare fino a 15 anni di detenzione. Oggi si è tenuta a Catania l’udienza per decretare se Salvini deve essere processato o meno. Se quello che gli viene imputato è un reato. Secondo lui no. Secondo le altre due forze del centrodestra nemmeno. Tant’è che Meloni e Tajani sono stati a Catania per sostenerlo.

In aula viene chiesta l’archiviazione. Salvini non ha fatto tutto da solo. Era uno degli ingranaggi del sistema. Questo è il sunto della decisione dei giudici dopo poco più di un’ora di Camera di Consiglio. Il Gup Nunzio Sarpietro ha rinviato l’udienza preliminare al prossimo 20 novembre. Con lui nell’aula bunker del carcere Bicocca di Catania saranno ascoltati anche il premier Giuseppe Conte e gli allora ministri Trenta e Toninelli. Il 4 dicembre toccherà a Di Maio, Lamorgese e l’ambasciatore Massari. La richiesta di ascoltare l’attuale ministro dell’interno è giunta dal legale di Salvini, Giulia Bongiorno.

Questa per Salvini è una vittoria politica. Forse ancor più della sua stessa assoluzione. Chiamare a testimoniare pezzi importante del governo gialloverde avvalora la tesi di Salvini. Avvalora quanto da lui detto dal primo giorno.

Ciro Oliviero