I migranti sbarcati in Italia nel 2019 sono il 90 per cento in meno rispetto al 2017
Sono 11.471 migranti sbarcati in Italia nel 2019. Il 50 per cento in meno del 2018. Il 90 per cento in meno rispetto al 2017. Oltre 40 mila i morti nel Mediterraneo dal 2000. Molti sono rimasti imprigionati nelle carceri libiche, nei campi delle isole greche. Altri a bordo delle navi che li avevano soccorsi per settimane, in attesa dell’assegnazione di un porto sicuro. In attesa di sapere chi la spuntasse nel braccio di ferro tra Italia e Unione Europea. In attesa che Malta prendesse la sua parte di responsabilità. Questa la fotografia del rapporto presentato ieri dal Centro Astalli.
Sono 8.406 le persone intercettate nel Mediterraneo e riportate in Libia nell’ultimo anno. Detenute in condizioni ritenute inaccettabili dalle Nazioni Unite. Circa il 35 per cento di quanti si rivolgono al servizio di cure specializzato del Centro Astalli, Samifo, sono risultati essere vittime di tortura, maltrattamenti, tratta, di mutilazioni genitali femminili e portatori di disturbi post-traumatici.
Dal rapporto del Centro Astalli emerge che tra i migranti aumentano esclusione sociale, irregolarità, precarietà. In primis per i due decreti Sicurezza firmati dal precedente governo. In seconda battuta, in questi ultimi mesi, anche per effetto dell’emergenza Coronavirus.
Il rapporto 2020 è arricchito dall’inserto fotografico Rifugiati: ai confini dell’umanità con gli scatti di Francesco Malavolta. Un racconto fatto di immagini di migranti lungo le rotte del Mediterraneo, accompagnate dai commenti di Alessandro Bergonzoni, Melania Mazzucco, Luciano Manicardi.
La foto è tratta da Rifugiati: ai confini dell’umanità (Francesco Malavolta)