Circa 30 milioni di mezzi inutilizzati o rotti smaltiti per strada o in discariche improvvisate
Spazi ristretti. Distanziamento fisico difficile da attuare. Ricambio d’aria pressocchè nullo. Il trasporto pubblico locale è uno dei luoghi più pericolosi per il contagio da Covid-19. Questo non in tutte le realtà. Ma di certo nelle aree metropolitane e nelle grandi città è un problema non di poco conto. Per questo molti esperti di mobilità sostenibile avevano lanciato l’idea di sopperire alle mancanze del tpl con mezzi alternativi. Come la presidente di Cleanap Emiliana Mellone ed il Managing director di Push Salvatore di Di Dio.
Già nella prima settimana dopo il lockdown, ad inizio maggio, il tpl aveva risentito della ripresa delle attività. Per questo la proposta di utilizzare mezzi non inquinanti e che permettono di mantenere il distanziamento come le biciclette sembrava la più giusta. Tanto da spingere la Bermec di Talamona, in provincia di Sondrio, a lanciare il progetto Bike to work, un piano che incentiva i dipendenti all’utilizzo della bicicletta per gli spostamenti da casa a lavoro. Una scelta che in generale è stata sposata da molti italiani. Addirittura in provincia di Milano il 37 per cento utilizza di più la bici rispetto a prima del lockdown.
Non è ovunque così. In città come Roma i cittadini preferiscono di gran lunga il mezzo privato. Da un’indagine dell’agenzia di stampa Dire è emerso che utilizzano la bici solo 74mila persone. E di queste solo il 20 per cento la utilizza per spostamenti regolari. Ma c’è chi sta messo molto peggio. Passando dall’altra parte del mondo scopriamo che i cinesi hanno abbandonato le due ruote. Nel Paese orientale nel 2017 erano spuntate come funghi imprese di bike sharing. Circa 70 aziende per un volume d’affari di 1,3 miliardi di euro. Gli investimenti troppo frettolosi hanno fatto scoppiare la bolla. Oggi i mezzi del bike sharing cinese sono abbandonate in cimiteri di biciclette sparsi per tutto il Paese.
Secondo Bloomberg il settore è in forte perdita. Nelle grandi città solo tre aziende sono sopravvissute. La stima è di circa 30 milioni di biciclette inutilizzate o rotte che sono smaltite per strada o in discariche improvvisate. A Fujan, nel sudest della Cina, c’è il cimitero di bici più grande della Cina. Al suo interno se ne contano circa 200mila.
Ciro Oliviero