4 mila mascherine chirurgiche sono state donate da un ex studente cinese a Trieste
Mancano i dispositivi di protezione individuale. Soprattutto mascherine. Come abbiamo raccontato da Bologna a Napoli gli infermieri non lavorano in sicurezza proprio per l’assenza di dpi. La mancanza di mascherine aveva spinto nei giorni scorsi il sindacato degli imprenditori funebri a dire che sarebbe state a rischio anche le operazioni funebri. Il governo centrale ed anche molte Regioni si stanno adoperando per reperirle.
Molte aziende sanitarie, cittadini, enti privati si sono mobilitati autonomamente. Per sopperire alla domanda il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e la Protezione Civile starebbero pensando alla riconversione dei laboratori sartoriali nelle carceri. Come avvenuto già con successo in Serbia.
Intanto c’è chi sta supportando gli italiani. Le comunità cinesi presenti sul territorio nazionale stanno donando mascherine già dai primi giorni della diffusione del contagio. Il 2 marzo l’Unione delle Donne Cinesi in Lombardia ha donato 2.300 mascherine chirurgiche al Comitato Regionale Lombardia della Croce Rossa Italiana. Il 3 marzo l’Unione generale delle scuole di lingua cinese di Milano ha donato 30 mila mascherine chirurgiche e 600 mascherine Ffp3 e 400 Ffp2 agli ospedali cittadini.
Walter Yu, ex studente cinese a Trieste per un interscambio tra il Lingnan College dell’Università di Guangzhou e il Mib School of Managment del capoluogo del Friuli, ha donato 4 mila mascherine chirurgiche. Anche la comunità cinese cittadina le ha donate, lasciandole nelle cassette delle lettere. L’India ne ha donate 200 mila alla Regione Friuli-Venezia Giulia. Anche a Napoli i cinesi stanno distribuendo mascherine in segno di solidarietà con la popolazione. Ieri le hanno distribuite agli abitanti della zona del Dentro Direzionale.