Il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile, Enrico Giovannini, ha presentato il piano generale della mobilità ciclistica
Lo scorso febbraio la campagna Clean cities ha assegnato all’Italia l’ultimo posto in Europa per mobilità urbana e qualità dell’aria. Ma gli italiani hanno voglia di andare in bici. Per permetterlo però è necessario che ci siano meno inquinamento, strade più sicure, molte più piste ciclabili. Questi i punti chiave del Piano generale della mobilità ciclistica presentato del ministro Enrico Giovannini in un’intervista a la Repubblica di ieri. Un progetto ambizioso per il quale sono stanziati fondi per un miliardo e 154 milioni di euro. Stanziamento al quale saranno aggiunti 400 milioni di euro previsti dal Pnrr.
Il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile ha sottolineato che «entro marzo 2023 si potranno indicare altre ciclabili da inserire nella rete nazionale Bicitalia». Una rete alla quale saranno aggiunti 563 chilometri nei capoluoghi di provincia e nelle città. Saranno poi aggiunti ulteriori 1.235 chilometri di ciclovie turistiche. Questo ultimo punto servirà ad incrementare il turismo ed anche l’economia legata ad esso, favorendo anche progetti in essere come Napoli Obliqua.
Tutto quanto sopra indicato passa da un assunto imprescindibile: per aver più bici, è necessario avere meno auto. Quelle che resteranno in circolazione, nei centri urbani, dovranno viaggiare a meno di 30 chilometri orari. Questo è il punto dolente, che, come sottolineato da Giovannini, sarà tra i più «difficili da far digerire a chi è abituato alla vecchia idea di mobilità». A questi aspetti va aggiunto un altro tassello altrettanto imprescindibile. Maggiori spazi per le bici sul tpl, più parcheggi per le bici davanti ad uffici pubblici, scuole, università, ospedali, stazioni ferroviarie.
«La situazione della ciclabilità presenta significative differenze tra le regioni e le province del nord, alcune delle quali presentano valori nella media europea, e quelle del centrosud e delle isole dove l’uso della bicicletta è ancora molto limitato. Si rileva però che, negli ultimi 5 anni, vi è stato un importante incremento delle infrastrutture ciclabili e dei servizi di bike sharing», ha evidenziato il presidente di Fiab, Alessandro Tursi.
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