L’indagine era partita a fine giugno a seguito dell’interrogazione presentata dagli eurodeputati dei Verdi, Ignazio Corrao e Eleonora Evi
Lo scorso fine settimana oltre 100 mila volontari, solo in Italia, si sono armati di guanti ed hanno ripulito strade, piazze, spiagge, parchi, corsi d’acqua e finanche riserve naturali. Sono state oltre 1000 le azioni organizzate in occasione del World Cleanup Day, la più grande azione civica di pulizia al mondo. Tra i luoghi maggiormente puliti ci sono le spiagge. Ma non su tutte può bastare l’intervento dei volontari. Alla Playa di Catania sicuramente no. A certificarlo è la Commissione europea, secondo cui i livelli di inquinamento nelle acque, contaminate da liquami e scarichi industriali, sono troppo alti.
A fine giugno gli eurodeputati dei Verdi, Ignazio Corrao e Eleonora Evi, avevano presentato un’interrogazione al Parlamento Ue. Ora la Commissione si è espressa. «Sebbene il sito di balneazione La Playa sembri apprezzato dalla popolazione locale, non si tratta di un sito di balneazione ufficiale ai sensi della direttiva sulle acque di balneazione». Questa la risposta della Commissione europea a seguito dei rilievi. L’Ue ha inoltre sottolineato che proseguirà l’azione di monitoraggio dell’area e che non esiterà «a intraprendere ulteriori azioni nell’ambito delle procedure di infrazione in corso».
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Secondo l’eurodeputato Corrao la spiaggia oggetto dell’interrogazione non è l’unica a non rispettare la direttiva. «Siamo di fronte ad un inquinamento ormai diffuso del litorale siciliano dovuto agli scarichi, anche industriali, che finiscono direttamente a mare, oltre che all’assenza di depurazione», ha detto Corrao ricordando che «l’Italia sta pagando sanzioni milionarie per le condizioni impietose di decine di Comuni siciliani che violano sistematicamente la direttiva sulle acque reflue urbane».
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