Skolstrejk för klimatet. Questo lo slogan sul cartello che ormai un anno e mezzo fa la giovanissima svedese Greta Thunberg brandiva davanti al parlamento di Stoccolma. Da quel 20 agosto 2018 in cui decise di saltare scuola per protestare contro il cambiamento climatico. Secondo l’attivista le aziende e gli Stati seguivano solo le logiche di profitto, del capitalismo. In barba all’ambiente. Per questo è rimasta seduta ogni venerdì di fronte al parlamento svedese.

Nel corso delle settimane si sono aggiunti centinaia di ragazzi. E poi hanno iniziato a seguire il suo esempio migliaia di coetanei in altre nazioni. E poi hanno sfilato contro il climate strike in decine si altri Paesi. Si sono moltiplicati gli scioperi della scuola per il clima. Così è nato il movimento Fridays for future. Un movimento informale giunto anche in Italia, dove ha affollato centinaia di piazze e strade ogni venerdì dell’anno appena passato.

Sul finire del 2019 il Time ha nominato Greta Thunberg persona dell’anno. Le sua battaglie che hanno fatto proseliti in tutto il mondo le hanno permesso di tenere alta l’attenzione su un problema mai realmente affrontato dai governi, il cambiamento climatico appunto. Nonostante la giovane età Greta sta riscrivendo la storia contemporanea dell’attivismo ambientale. Un attivismo dal baso. Partito dai giovani. Quelli sempre bistrattati e additati come svogliati.

Oggi Greta Thunberg compie 17 anni. Resta ancora una giovanissima ragazza. Resta ancora una guida per molti giovani, e meno giovani, che, come lei, credono che un’inversione di rotta sulle politiche ambientali sia ancora possibile e soprattutto necessaria.



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