In Italia, secondo il recente Rapporto sulle Cer di Legambiente sono state mappate oltre 100 esperienze
Nel panorama delle misure volte ad arginare lo tsunami del caro bollette occorre guardare oltre quelle che possono essere le misure del prossimo governo che possono essere esclusivamente di natura economica. Occorre abbandonare improbabili proposte lanciate nella recente campagna elettorale relative al ritorno al nucleare piuttosto che assurde idee di riapertura di centrali a carbone. Le prime in violazione di due referendum, senza considerare il problema dello smaltimento delle scorie e dei rifiuti di lavorazione e dalla tempistica di realizzazione assolutamente inconciliabili con le urgenze del momento. Le seconde, decisamente più rapide da rimettere in moto, ma assolutamente inconcepibili in ordine agli obiettivi di riduzione delle emissioni climalteranti.
L’unica via veramente rapida e perfettamente in linea con gli obiettivi di sostenibilità richiesti agli stati e alle varie organizzazione di governo territoriali resta il sostegno alle rinnovabili, e a iniziative come le Comunità Energetiche Rinnovabili attraverso le quali si può offrire un serio e concreto contributo alle famiglie in difficoltà, nell’ambito del contrasto alla povertà energetica, e anche alle aziende che da qui a qualche settimana potrebbero non reggere l’onda d’urto dei rincari di gas ed energia e che potrebbero trovare nelle Comunità Energetiche Rinnovabili delle vere e proprio ancore di salvezza. Parliamo di realtà che in Europa conta ben 7mila esperienze che tra famiglie, attività commerciali, imprese e pubblica amministrazione, coinvolgono circa 2 milioni i cittadini che hanno deciso di organizzarsi per dotarsi di impianti condivisi per la produzione e l’autoconsumo di energia proveniente da fonti rinnovabili.
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In Italia, secondo il recente Rapporto sulle Comunità Energetiche Rinnovabili di Legambiente sono state mappate oltre 100 esperienze che possono e devono rappresentare il punto di partenza per una vera e seria transizione energetica ed ecologica a misura di cittadino, e non dei mercanti dell’energia.
@VinsViglione