L’amore è il più nobile dei sentimenti, ma può anche trascendere in forme di possessività, violenza. Come accade ad una delle protagoniste del romanzo d’esordio della scrittrice Shada P. Conley. Con i fari negli occhi (Vocali editrice) racconta la storia di quattro amiche inseguono la vita media, fatto di aperitivi e sogni. Quattro donne quasi 40enni che provano a cambiare, a voltare pagina alle proprie vite. Sara, Serena, Paola, Sofia. Le protagoniste della storia della Conley si immergono in quattro relazioni d’amore differenti, anche se con diversi punti in comune. C’è quella che vive una storia d’amore appagante e quella passionale. Quella abitudinaria e un po’ spenta e quella che subisce violenza fisica e psicologica.

Ambientato tra Napoli, Roma e gli Stati Uniti dal libro emerge la centralità e l’importanza dell’amicizia che resiste agli urti della vita, alla distanza, agli anni. Altro tema centrale della narrazione della Conley è il dolore, che da un lato vuole essere affrontato e superato e dall’altro aiuta nella crescita personale delle protagoniste del romanzo. Questo romanzo vuole essere anche occasione per recepire un insegnamento. E grazie a questo insegnamento «non siamo più le persone di prima o, meglio, lo siamo ma diventiamo più consapevoli e resistenti», sottolinea la giovane scrittrice.

Per la Conley questo romanzo è stato anche un modo per svuotarsi. Alla fine della stesura «mi sono sentita svuotata, libera dal peso che portavo dentro e pronta a ricominciare la mia vita, con tanti click alle spalle e la determinazione che si acquisisce solo imparando ad amarsi e a perdonarsi. Avendo finalmente sgombrato il campo dagli equivoci: sbagliare è inevitabile e, soprattutto, si può sempre ricominciare. Proprio dai punti di sutura dell’ultima ferita, dal confine che chiude la porta all’ultimo errore».

@ciro_oliviero



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