Condannato il neomelodico Nello Liberti

Condannato il neomelodico Nello Liberti

Per i giudici la canzone è stata scritta per esaltare l’allora reggete del clan Birra-Iacomino di Ercolano, Vincenzo Oliviero

Istigazione a delinquere. Questa la condanna inflitta all’ex neomelodico, oggi marittimo, Aniello Imperato, in arte Nello Liberti, per la canzone del 2004 ‘O capoclan. I giudici del tribunale di Napoli lo hanno condannato ad un anno e quattro mesi. Secondo i giudici quella canzone è stata scritta per esaltare la figura dell’allora reggete del clan Birra-Iacomino di Ercolano, Vincenzo Oliviero. Con Imperato sono stati condannati tre affiliati al clan presenti nel videoclip della canzone incriminata. Alfonso Borrelli è stato condannato ad un anno e quattro mesi. Anna Esposito e Luigi Oliviero, condannati anche per altri reati, dovranno scontare rispettivamente sei anni e sei mesi e cinque anni e tre mesi.

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«La ritengo una canzone terrificante. Il messaggio che passa è da condannare a priori. Non credo però si possa condannare un interprete che, ritengo, sia stato fagocitato dagli eventi». Questa la riflessione di Daniele Sanzone, leader degli ‘A67, che del brano di Nello Liberti scrisse nel suo libro Camorra Sound (Magenes 2014). Da quel libro sarebbe dovuto nascere anche un documentario con Felice Farina. Per questo Sanzone incontrò Nello Liberti. «Lui mi raccontò che voleva fare qualcosa che facesse più scalpore di Nu latitante di Tommy Riccio. Ma credo che alla fine sia stato fagocitato dagli eventi», racconta Sanzone.

«Se condanniamo Liberti – dice il leader degli ‘A67 – dovremmo condannare anche fiction che hanno poteri simbolici molto più forti. Ci sono serie come Gomorra che mitizzano la figura del boss in egual modo. E lanciano un messaggio molto più pericoloso di quello della canzone. Io lo condanno moralmente». Daniele Sanzone invita poi tutti gli attori in campo nell’educazione e nella lotta alle mafie ad «approfittare di questa occasione per fare una riflessione seria sul ruolo dei media su questo tema».

Ciro Oliviero

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