Dal 2017 i controlli sono aumentati del 260 per cento
Il caporalato non riguarda solo il Mezzogiorno e il solo settore dell’agricoltura. Dai dati, presentati al convegno organizzato dall’associazione nazionale dei lavoratori mutilati e invalidi del lavoro e dall’associazione italiana coltivatori, emerge che dal 2017 i controlli per il contrasto al caporalato sono aumentati del 260 per cento. Dall’entrata in vigore della nuova legge inoltre risultano oltre 28mila le aziende controllate, 756 persone denunciate delle quali 164 arrestate, 5 mila denunce in materia di sicurezza sul lavoro e 30 milioni recuperati da evasioni contributive.
Su 5439 provvedimenti di sospensione adottati nel primo semestre del 2018 dall’ispettorato nazionale del lavoro 2028 sono relativi al settore della ristorazione e dei servizi, mentre 927 a quello delle costruzioni. Su 100 arresti 64 sono stati eseguiti nei settori agricoltura, silvicoltura e pesca.
Nel commentare i dati i senatori del M5S Antonella Campagna e Iunio Valerio Romano, hanno sottolineato che «la lotta al caporalato e allo sfruttamento sul lavoro è una priorità del governo e del ministro Catalfo e anche il Parlamento intende fare la sua parte, come dimostra la scelta unanime di istituire al Senato una commissione monocamerale d’inchiesta su condizioni di lavoro in Italia, sfruttamento e sicurezza nei luoghi di lavoro».
I componenti della commissione Lavoro di Palazzo Madama hanno aggiunto che «in particolare in agricoltura contrastare il fenomeno dello sfruttamento della manodopera a basso costo, sommersa e irregolare, significa anche combattere le mafie. E per farlo serve un’azione congiunta di tutti i soggetti coinvolti – dall’ispettorato nazionale del lavoro, all’arma dei carabinieri, al personale ispettivo delle Asl – e delle istituzioni».