La legge è stata proposta lo scorso 19 ottobre dal sindaco di Stazzema Maurizio Verona
Lo scorso 27 gennaio si è celebrato il 76esimo anniversario dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz. La Giornata della Memoria delle vittime dell’Olocausto. La celebrazione della fine del regime fascista in Italia e nazista in Germania. I rigurgiti di fascismo sono sempre dietro l’angolo. A volte anche nelle istituzioni. Ultima in ordine di tempo la scelta di un dipendente comunale della IV Municipalità di Napoli di festeggiare, un paio di settimane fa, l’addio al servizio con una torta raffigurante il volto di Benito Mussolini. Un fatto dal quale la Municipalità ha preso le distanze e ha condannato.
In Italia esiste una legge che punisce l’apologia del fascismo. Si tratta della legge Sbelba del 1952 che attuava la XII disposizione finale della Costituzione, che proibisce la ricostruzione del partito fascista. Due sentenza della Cassazione, del 1957 e del 1958, hanno ristretto il resto alla riorganizzazione del partito fascista. Non è dunque reato difendere il fascismo. La legge Mancino del 1993 ha ristretto le possibilità di fare propaganda ed esporre simboli fascisti. Legge che secondo i partiti di estrema destra è in contrasto con l’articolo 21 della Costituzione.
Ora c’è un’altra proposta di legge di iniziativa popolare finalizzata a disciplinare pene e sanzioni verso coloro che attuano propaganda fascista e nazista. Soprattutto attraverso i social network e la vendita di gadget. A proporla, lo scorso 19 ottobre, il sindaco di Stazzema Maurizio Verona. Per presentarla in Parlamento serviranno 50 mila firme, da raccogliere entro il 31 marzo 2021. La campagna è stata sposata già da illustri personaggi. Tra questi l’attore Roberto Benigni, il conduttore tv Fabio Fazio, i giornalisti Andrea Scanzi e Aldo Cazzullo.
@ciro_oliviero
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