Un servizio che si aggiunge al lavoro di contrasto alla violenza di genere ed al cyberbullismo che la cooperative Eco fa nelle scuole
La cooperativa sociale Eco ha condotto uno studio sulle dinamiche online che hanno a che fare con tematiche Lgbtqia+. Il web si conferma catalizzatore di contenuti a carattere discriminatorio. In particolare i social network. Anche tra questi c’è da fare un distinguo. Facebook è quello con il maggior numero di commenti a sfondo omofobico con il 60 per cento. Seguono Instagram con il venti per cento e TikTok con il dodici. Dallo studio emerge anche che le persone più sensibili al tema sono quelle sotto i trent’anni. Il 65 per cento del campione intervistato ha dichiarato di aver assistito ad episodi di discriminazione di genere in rete.
Più del 75 per cento degli intervistati ritiene sia necessaria una legge che tuteli le persone dalla discriminazione a carattere omolesbitransfobico. Tema centrale in questi ultimi mesi data la discussione sul ddl Zan. Discussione esclusivamente fuori dal parlamento, dato che la presidenza leghista della commissione Giustizia al Senato non ha calendarizzato ancora la discussione in commissione del disegno di legge.
In questa fase come questa risulta ancor più importante e necessario il servizio che la cooperativa Eco ha deciso di offrire: un numero verde (800 960 528) contro l’omofobia. Un servizio che si aggiunge al lavoro di contrasto alla violenza di genere ed al cyberbullismo che la cooperative Eco fa nelle scuole. «Faccio parte della comunità Lgbt+ – ha detto la presidente di Eco, Valeria Alinei – ed è inevitabile provare una fitta al cuore ad ogni commento che ha radice in questa ignoranza, condita da rabbia, odio e disprezzo. È per questo che è necessario, da un lato, una normativa che tuteli da questa tipologia di discrimine, ma – dall’altro – c’è un disperato bisogno di investigare gli aspetti sociologici e psicologici che rendono i social network spesso così violenti».
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