Sono 96 e producono valore per 150 milioni di euro
La legge 381 del 1991 ha istituito le cooperative sociali di tipo B che, tra le altre attività, si occupano dell’inserimento lavorativo dei cittadini con svantaggio. In Toscana sono 96 e producono valore per 150 milioni di euro, dando lavoro a 4.300 persone. Il 40,1 per cento di queste è costituito da persone con svantaggio. La gran parte è attiva nel settore dei servizi, a seguire nel commercio e nell’agricoltura. Le loro esperienze sono state raccontate nel corso di “Fuori posto. Il lavoro dove non te l’aspetti”, organizzato da Confcooperative Federsolidarietà Toscana.
Un’occasione per fare emergere che dare un’opportunità di lavoro e inserimento alle persone svantaggiate conviene. a Rimarcarlo, nel corso di Fuori posto il presidente di Confcooperative Federsolidarietà Toscana Alberto Grilli. «Le cooperative sociali hanno mostrato di essere vitali e produttive anche durante i lunghi anni della crisi, crescendo in numero e in valore: questo significa che hanno svolto una efficace azione anticiclica. Che non può essere misurata soltanto con gli indicatori di bilancio, pur positivi, ma va valutata nel suo intero impatto sul territorio, a partire dalla funzione di inclusione sociale delle categorie più deboli di cittadini», ha detto Grilli.
All’incontro hanno preso parte anche l’assessore al Welfare della Regione Toscana Stefania Saccardi, il presidente della commissione Anci nazionale welfare e politiche sociali Edi Chicchi, il presidente nazionale Anfass Roberto Speziale, il Garante dei detenuti del Comune di Firenze Eros Cruccolini, il presidente di Confindustria Toscana Alessio Marco Ranaldo.
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