Cresce del 13,9 per cento l’azzardo online
Il dpcm dell’11 marzo il premier Conte aveva chiuso tutte le attività che non vendessero beni di prima necessità. Tra quelle lasciate aperte i tabaccai. In molti casi gli stessi esercizi permettono anche il gioco d’azzardo in diverse forme. In alcuni casi la polizia locale di alcune città italiane ha trovato cittadini giocare persino alle slot. Nonostante il divieto categorico presente nel dpcm ed in una direttiva dell’Agenzia dei monopoli.
Una delle regioni maggiormente interessate dal fenomeno è stata la Lombardia. Contestualmente la più interessata anche dall’emergenza sanitaria. Sul caso era intervenuto anche l’assessore regionale al Welfare, Stefano Bolognini, che, con il presidente Attilio Fontana, aveva fatto appello al senso civico dei cittadini invitandoli a segnalare alle forze dell’ordine questi accadimenti.
Per far fronte a questi casi alquanto singolari alcune amministrazioni hanno dovuto emettere delle ordinanze in cui vietavano espressamente il gioco d’azzardo nel periodo di quarantena. La prima è stata quella di Bergamo il 12 marzo. A seguire Brescia il 17 marzo. Sempre in quella data è arrivata la prima ordinanza anche in Toscana con Siena. Contestualmente od in sostituzione c’è chi si è spostato sull’azzardo online. Da un’indagine di Game Account Network emerge che dalla prima quarantena del 23 febbraio al 10 marzo l’incremento delle scommesse in rete è stato pari al 13,9 per cento.