Le persone con disabilità grave sono tra quelle più a rischio durante situazioni di emergenza
Nel provvedimento sulle misure di prevenzione del Coronavirus adottato dal governo il 22 febbraio sono contenute anche alcune condizioni che riguardano la disabilità. L’Ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri è intervenuto sulla norma a seguito di un confronto con Fand e Fish. Le due organizzazioni vogliono contribuire alla corretta informazione e alla diffusione della consapevolezza.
Le persone con disabilità grave sono tra quelle più a rischio durante situazioni di emergenza come quella relativa al Coronavirus. Per questo l’Ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità ha voluto evidenziare alcuni aspetti che crede sia necessario adottare nelle direttive alle Regioni e alle articolazioni del Sistema Nazionale di Protezione Civile per le aree di focolaio.
Il decreto del Consiglio dei ministri del 23 febbraio prevede la sospensione di attività pubbliche e private, con l’eccezione dei servizi essenziali e di pubblica utilità. In attesa di stabilire se i centri diurni per disabili debbano essere inseriti nelle aree di focolaio tra le attività soggette a sospensione, è necessario predisporre un’azione compensativa di supporto domiciliare per gli utenti dei centri e i loro familiari, in modo da non far venire meno i servizi di assistenza essenziali.
Qualora lo stato di quarantena fosse imposto anche a soggetti con gravissime disabilità sarebbe opportuno assicurare un coordinamento fra le strutture del sistema nazionale di protezione civile su base locale, le Asl, le strutture di assistenza e le associazioni su base locale, al fine di garantire il censimento, il monitoraggio e il supporto per tali casistiche. Fish e Fand ritengono inoltre necessaria l’attivazione di canali di comunicazione e di assistenza al cittadino che consentano il superamento delle barriere alla comunicazione.