Il Coronavirus non ferma il volontariato

Cinque esperienze di volontariato a distanza

Il Coronavirus non ha fermato Ayni Cooperazione. L’organizzazione genovese di volontariato internazionale ha proseguito nel supporto alle 120 realtà sparse nel mondo. A distanza. E con tanti volontari in più che si sono approcciati all’esperienza, anche per la prima volta, ai tempi del Covid-19. In cinque ci hanno raccontato il proprio percorso.

VALENTINA (MILANO)
«Da tempo non facevo volontariato, è stata
un’occasione ottima. Chi può dia una mano».
Nella vita è una grafica. A causa dell’emergenza il lavoro scarseggia.
Per questo ha deciso di dare un contribuito come volontaria
a distanza. In rete ha trovato le proposte di Ayni Cooperazione e
ha accettato. Valentina sta realizzando le grafiche per
alcune associazioni in Africa. Una di queste è
Adid Umanitaire in Togo per la quale ha realizzato
un flyer con le buone pratiche per contrastare il Covid-19.

DEBORA (FORLÌ)
«Avevo esperienza nel volontariato con msna.
Volevo dare il mio contribuito in questo periodo».
Conseguito un master in Diritti umani e migrazione alla sede
di Forlì dell’Università di Bologna, Deborah cercava esperienze di volontariato. E in rete ha trovato questa esperienza di
volontariato online con il Kenya. Coordina un gruppo di
sette persone che aiutano l’ong Oasis Mathare, che in Kenya
si occupa di educazione e formazione per bambini e
ragazzi emarginati. In questo momento li supportano
nelle attività tecnologiche a distanza e nella
comunicazione e nella gestione di sito e social.

RICCARDO (BRUXELLES)
«Non credevo esistessero opportunità come questa.
Il coordinamento è ottimo».
Studente di giurisprudenza si trova a Bruxelles per uno stage presso
una organizzazione che si occupa di cybersecurity.
Ha trovato Ayni tramite Instagram cercando un’opportunità di
volontariato online e si è candidato per ruoli di gestione social.
Sta collaborando con l’ong Partners for reale change che in Uganda
lavora con le scuole. Per loro ha sviluppato un strategia a
costo zero per creare sinergia con altre ong che si
occupano di salute e sostenibilità tramite social network.

CRISTIANA (BRESCIA)
«In questa esperienza mi confronto con una realtà.
Possiamo aiutare l’Africa anche da casa».
Si occupa di comunicazione social nel settore turismo. Dunque in questo momento il tempo libero non le manca.
Grazie ad Ayni ha iniziato a collaborare a distanza con una
charity in Kenya, Lifesong Kenya, che si occupa di giovani con
problemi sociali ed economici. L’organizzazione segue
i ragazzi che si trovano in riformatorio fino a portarli ad un
percorso di riconciliazione con la comunità, i genitori, con
le vittime stesse. Un percorso per tornare a far parte
della comunità. Per loro Cristiana ha approntato una
strategia di comunicazione su Facebook di sei mesi.

SERENA (GENOVA)
«Non conoscevo il volontariato online.
Interessante scoperta».
Studentessa di cooperazione internazionale, Serena ha trovato questa opportunità per caso su Facebook. Ha iniziato a Bruxelles, dove frequentava un tirocinio, e sta proseguendo a Genova, dove vive.
Si occupa della traduzione di contenuti per siti web di due no profit.
One Two Tree che in Messico si occupa di istruzione
in America Latina. Si tratta di storie di volontari che sono andati
in Messico ad insegnare l’inglese.
E poi per Apeiron, che in Nepal dà sostegno a donne maltrattate.

Redazione
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