Per la psicologa e psicoterapeuta Maria Vittoria Montano le ripercussioni psicologiche rischiano di accrescere anche per la paura del contagio da Covid
La mancanza di socialità dovuta alle restrizioni imposta dalla pandemia ha effetti collaterali sulla nostra psiche. Già lo avevo reso noto lo scorso gennaio la Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia. In un’intervista all’Adnkronos è tornata a parlarne la psicologa e psicoterapeuta Maria Vittoria Montano. «La crescita dei disturbi psichici è un aspetto che non può essere sottovalutato e che, anzi, suscita forti preoccupazioni, in modo particolare per le categorie sociali che sono a rischio di esclusione. La causa non è solo da ricercare nella compromissione dei rapporti sociali, ma anche nella situazione di instabilità economica», ha detto la Montano.
Zona rossa, chiusure e distanziamento non aiutano. Ansia e depressione sono i sintomi più comuni. In più cono frequenti la tristezza e la paura di cosa ci riserva il futuro. Con il lockdown sono aumentati anche i disturbi di personalità ed i disordini alimentari. Le ripercussioni psicologiche rischiano di accrescere anche per la paura del contagio. Secondo la psicoterapeuta di Pescara «è fondamentale conservare la propria socialità, ricordando come le relazioni abbiano un effetto positivo sulla nostra dimensione affettiva, ancora più che in condizioni normali». Relazioni da coltivare sempre nei limiti delle norme anticontagio imposte dal governo.
Per far fronte alla necessità di un sostegno da parte di migliaia di italiani, l’Ordine degli Psicologi ha lanciato l’ipotesi voucher psicologici. Pacchetti di consulenza gratuita forniti a quanti sentano la necessità di un confronto con dei professionisti. Idea che aveva già lanciato la scorsa estate dall’allora capo della task force per la ricostruzione economica, Vittorio Colao.
Tra le categorie che maggiormente stanno pagando l’attuale situazione i bambini. Come aveva evidenziato il rapporto “La nostra Europa. I nostri diritti. Il nostro futuro” realizzato da ChildFund Alliance, Eurochild, Save The Children, Unicef e World Vision. «L’isolamento che hanno vissuto è stato considerato, a volte, come un rifiuto da parte della scuola. Una sensazione di abbandono è stata sperimentata anche dai ragazzi più grandi, intenzionati a integrarsi con i propri coetanei», ha detto Maria Vittoria Montano.
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