Per il commissario all’emergenza Figliuolo, invece, dopo over 80 e fragili dovranno essere vaccinate le classi produttive
I tempi per completare il piano vaccinale sono lunghi. Soprattutto per alcune categorie. Come le persone fragili ed i caregiver, in particolar modo in alcune regioni. Uno dei principali problemi della fase vaccinale è proprio questo: le Regioni vanno in ordine sparso. Senza tenere conto completamente delle linee guida del ministero della Salute. Un errore, come dimostrano i fatti. Se sui caregiver alcune stanno accelerando (vedi la Campania), sulle persone con disabilità, tranne alcune eccezioni, sono tutte in ritardo. Coma la Lombardia. Ma per i pazienti fragili allettati i tempi sono lunghi ovunque. In molti casi non si conoscono affatto.
Ieri la vicepresidente della commissione Affari sociali della Camera, Michela Rostan, aveva proposto di completare il piano vaccinale per consentire alle attività commerciali di riaprire in sicurezza. Su questa falsa riga si muove oggi il commissario all’emergenza. In visita all’hub vaccinale di Macerata il generale Figiuolo ha detto di voler aprire, completati over 80 e fragili, «alle classi produttive. I nostri territori hanno sofferto. Questo è un territorio del made in Italy e dobbiamo riportare il made in Italy nel mondo e dobbiamo riaprire».
Su un’altra linea, invece, l’esponente del M5S in commissione Igiene e sanità, Mariolina Castellone. Per la senatrice è necessario «definire protocolli e linee guida per intervenire sin da subito con cure domiciliari per i pazienti Covid-19 può aiutarci a salvare delle vite». Nel suo intervento in Aula al Senato la Castellone ha evidenziato la bontà dell’uso degli anticorpi monoclonali e dei test rapidi. Per la senatrice pentastellata «è fondamentale valorizzare tutte le buone pratiche e permettere ai medici sul territorio di attuare interventi che si ritengano utili, in scienza e coscienza, ad alleviare le sofferenze e scongiurare le conseguenze potenzialmente gravi della malattia».
La Castellone ha sottolineato in Aula che «nella riforma della sanità disegnata nel Piano nazionale di ripresa e resilienza viene creata una rete di cure primarie ed intermedie in cui medici di medicina generale, pediatri, dipartimenti di prevenzione dell’Asl, lavorano in sinergia per trasformare il territorio in luogo primario di cura. Ad oggi in Italia sono morte di Covid 112.374 persone, Annamaria era una di loro. In onore del loro ricordo e a tutela di chi continuerà ad ammalarsi nei prossimi mesi, dobbiamo impegnarci a garantire per tutti la migliore assistenza già a domicilio, in quella casa che deve diventare il fulcro di un nuovo concetto di medicina di prossimità che apporta una dimensione non solo farmacologica ma anche relazionale al trattamento sanitario», ha concluso la senatrice.
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