Una ragazza cubana racconta l’Italia bella che non si lascia condizionare dai pregiudizi
«E’ diventato un pregiudizio credere che tutti gli italiani quando vedono una donna nera che ha lasciato la propria terra per amore, pensino male di lei. Io ho conosciuto persone meravigliose e molto ospitali», dice Yuli Yanelys, una giovanissima donna cubana, che due anni fa si innamora di un giovane avvocato in vacanza sulle spiagge dell’Avana. Dopo qualche periodo di amore a distanza e fisiologico redaggio, Yuli, che dagli amici si fa chiamare Yulita, raggiunge il suo amore italiano nel Belpaese. E quando le si chiede come ha vissuto i primi tempi a Salerno, città del suo fidanzato, e come è stato l’incontro con la mentalità italiana, Yulita è una voce fuori dal coro. Perchè nonostante viviamo in tempi in cui il razzismo pare voglia sgomitare per farsi largo tra le mille conquiste di civiltà avvenute negli anni, Yulita è ambasciatrice di quella parte d’Italia che si lascia amare dalla diversità, e si lascia arricchire.
Capelli indomabili e sorriso caloroso, l’allegria di Yulita ha conquistato tutti, amici, sconosciuti e colleghi al lavoro.«Mi hanno sempre fatto domande sulla mia storia personale e sulla mia terra, per voler conoscere i lati positivi e negativi di un’altra realtà, ma sempre nel rispetto più totale. So di essere molto fortunata e che non tutte le donne, soprattutto quelle dalla pelle color cioccolato sono viste di buon occhio, ma mi fa piacere raccontare anche come sono stata accettata. Mi fa molto male quando generalizzano e dicono che gli italiani sono razzisti». La testimonianza di Yuli resta una pennellata di colore su un schizzo di pregiudizi che vuole sempre più le donne straniere desiderose di trovare il principe azzurro italiano per scappare dalla povertà. Oggi non è più così. Anche perchè la donna cubana, a gran fatica sta conquistando ruoli in società ed inizia ad essere economicamente indipendente. E’ di qualche mese la notizia della prima nomina femminile al comando di una Università a Cuba. Dopo ben duecentonovanta anni di soli uomini al timone, la tradizione è stata infranta con la nomina di Miriam Nicado come rettrice dell’Università dell’Avana, la più antica e importante del paese. La prima donna a ricoprire questo incarico, e per di più di colore. A Cuba le donne cambiano i tempi, in Italia, annientano i pregiudizi.
Carmen Cretoso