Figlio di Agostino Di Bartolomei, bandiera della Roma, morto suicida, Luca ha scritto Dritto al cuore, libro sul rapporto tra armi e sicurezza
Secondo il report 2018 del ministero dell’Interno un milione e 300 mila italiani hanno una regolare licenza di armi. Nel 2018 sono stati 19 gli omicidi di mafia, mentre 54 con armi legali. Nel 2019 sono stati rispettivamente 28 e 34. Negli ultimi due anni è maggiore il numero di morti per armi da fuoco legali rispetto a quelli di matrice mafiosa. Ad evidenziarlo l’Osservatorio permanente sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e difesa. Proprio sul rapporto tra armi e sicurezza Luca Di Bartolomei ha scritto il libro Dritto al cuore (Baldini+Castoldi).
Figlio di Agostino Di Bartolomei, bandiera della Roma, morto suicida sparandosi un colpo di pistola nel 1994, Luca da anni è un punto di riferimento nella lotta contro la detenzione di armi legali. In un’intervista all’agenzia di stampa Dire l’autore ha ricordato che «negli altri Paesi il numero delle armi detenute legalmente è diminuito. Da noi, invece, è cresciuto e con la crisi pandemica attuale, dominata dalla disperazione e dall’incertezza, senza dubbio continuerà a registrare alte percentuali». Per questo ha invitato il Parlamento a «rendere più stringente l’accesso alle armi da parte dei cittadini comuni che con troppa facilità riescono a ottenere la licenza».
La legge vigente in materia di porto d’armi prevede infatti un controllo psicologico dopo soli 5 anni dalla concessione. Di Bartolomei chiede che si passi a controlli annuali. E che si rende inoltre «più selettiva la procedura per poter detenere un’arma da fuoco. Detenere un’arma richiede enormi responsabilità e la psicologia può giocare brutti scherzi per l’incolumità di chi ne è in possesso ma soprattutto per le persone più vicine, compresi i familiari», ha detto alla Dire Luca Di Bartolomei.
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