Oggi l’Europa segna quasi la metà dei contagi di tutto il mondo
Sono trascorse poche ore dalla conferenza stampa nel corso della quale il premier Conte ha ufficializzato le misure contenute nell’ultimo dpcm. E le reazioni da ogni settore non si sono fatte attendere. Come quella del settore culturale e della ristorazione. E anche dal settore sanitario. Tra i primi ad esprimersi Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia all’Università di Padova. Il medico ha detto all’Ansa che «le misure messe in campo con il nuovo dpcm sono misure ad effetto temporaneo e non risolutive». «Finchè non si elaborerà un piano per consolidare i risultati eventualmente derivanti da misure più restrittive, continueremo inevitabilmente in questa spirale di contagi», ha aggiunto Crisanti.
Una denuncia che arriva nel giorno in cui in Europa si registra un nuovo record di nuovi casi di Coronavirus. Con 221.898 casi nelle ultime 24 ore il vecchio continente ha registrato quasi la metà dei contagi mondiali, che si sono attestati a 465.319. Numeri ancora alti anche in Italia. Su 161mila tamponi i positivi superano quota 20mila, arrivando a 21.273 nelle ultime 24 ore. In Campania su 16.906 tamponi effettuati i positivi risultano 2.590.
In Campania su 227 posti letto di terapia intensiva quelli occupati sono 113. Su 1.500 posti letto di degenza, sono occupati 1.151. Una situazione che inizia a preoccupare. Ma non solo in Campania. Carlo palermo, segretario di Anaao-Assomed, sindaco dei medici ospedalieri, ha detto che la situazione «è gravissima e assolutamente critica, con Pronto soccorso e reparti ormai intasati ed il 118 subissato di chiamate: con questo ritmo di contagi entro la seconda settimana di novembre si satureranno le terapie intensive, mentre sono già in grande sofferenza i posti nei reparti Covid ordinari e nelle sub-intensive».
Per Andrea Crisanti è necessario adottare un «vero piano di sorveglianza che preveda tracciamenti mirati per interrompere le catene di trasmissione, strumenti informatici efficaci e rafforzamento della capacità di diagnosi». Piano che in Paesi come Taiwan e Corea ha portato a risultati importanti.