L’associazione chiede che sia rispettato l’articolo 11 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità in guerra
Qualche giorno fa avevamo raccontato la storia di Polina, da bambina ucraina di 10 anni rimasta uccisa, assieme ai genitori, da proiettili russi di Drg. I bambini sono tra le persone più fragili durante un conflitto. Come loro lo sono anche le persone con disabilità. In situazioni come quella che sta vivendo l’Ucraina queste persone affrontano il rischio di abbandono, di violenza, morte e mancato accesso alla sicurezza, al soccorso e al sostegno per il recupero. Sono 2,7 milioni le persone con disabilità registrate in Ucraina. L’associazione europea Sindrome di Down chiede che siano garantite protezione e sicurezza alle persone con sindrome di Down e con altre disabilità.
«Le donne con disabilità sono a maggior rischio di violenza sessuale e i bambini con disabilità sono più esposti ad abusi e trascuratezza. Informazioni cruciali sulla sicurezza e l’evacuazione sono spesso inaccessibili, e gli stessi centri di evacuazione sono raramente accessibili, il che significa che le persone con la sindrome di Down e altre disabilità sono troppo spesso lasciate indietro», sottolinea Edsa.
L’associazione chiede che sia rispettato l’articolo 11 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, che fa riferimento alle situazioni di rischio e alle emergenze umanitarie. Che sia rispettata la risoluzione 2475 del 2019 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla protezione delle persone con disabilità nei conflitti. Oltre che il diritto internazionale umanitario ed i principi umanitari.
Edsa chiede nello specifico il pieno accesso a tutti gli aiuti umanitari, la protezione dalla violenza, dagli abusi e dai maltrattamenti. Informazioni accessibili sui protocolli di sicurezza e assistenza, sulle procedure di evacuazione e sul supporto, oltre che pieno accesso ai servizi di base.
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