Il segretario generale del sindacato polizia penitenziaria, Aldo Di Giacomo, si è presentato incatenato al primo sit-in di protesta della forza di polizia per denunciare l’emergenza carcere. La manifestazione ha avuto luogo oggi a Roma, davanti alla sede del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Di Giacomo ha deciso di fare questo gesto mediatico per «testimoniare vicinanza ed impegno a tutti quei colleghi che vivono una condizione di sequestrati dai carcerati, diventando loro stessi le prime vittime».

Più volte il sindacato della polizia penitenziaria ha denunciato le criticità del sistema carcerario. Dalla carenza di strutture al sovraffollamento. Ma anche le condizioni lavorative per gli operatori penitenziari. «Negli ultimi due anni sono aumentati del 400 per cento gli eventi critici, ovvero le aggressioni nei confronti della polizia penitenziaria e, contemporaneamente, sono cresciuti anche i tentativi di suicidio», ha detto Di Giacomo.

Il segretario generale del sindacato polizia penitenziaria ha evidenziato che è insostenibile la situazione in cui si trovano i 54 bambini che attualmente vivono in carcere insieme alle madri. «Una intollerabile e vergognosa situazione di violenza perpetrata nei confronti dei bambini che si protrae nonostante gli impegni e le assicurazioni venute dopo il tragico fatto di Rebibbia, quando una detenuta uccise i suoi due figli:  l’infanzia è la più indifesa in un Paese che pure continua a definirsi civile», ha concluso Di Giacomo.

Un’altra manifestazione degli agenti della penitenziaria, organizzata dall’organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziara, si era tenuta venerdì 19 luglio davanti al carcere di Torino Lorusso e Cutugno. Al sit-in presero parte esponenti del personale di tutti gli istituti carcerari di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta.